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Superbonus edilizio altre duemila domande ma i cantieri rischiano lo stop – La Repubblica Firenze.it

Superbonus edilizio altre duemila domande ma i cantieri rischiano lo stop - La Repubblica Firenze.it

I lavori ci sono, i dubbi pure. Perché se in Toscana gli investimenti ammessi a detrazione per il Superbonus superano i 2,4 miliardi, con un incremento di quasi 293 milioni nel mese di luglio e un’accelerazione soprattutto sulle unità unifamiliari, il nodo resta quello della cessione dei crediti, con cantieri “che si sono fermati a metà o quasi alla fine”.
A dirlo il neo-presidente di Ance Toscana, Rossano Massai, che guarda con preoccupazione al futuro e un po’ di delusione al Decreto aiuti bis, approvato giovedì scorso, che non ha portato grandi novità: “Le iniziative che chiedevamo era quella di far riaprire l’acquisto dei crediti a Cassa depositi e prestiti e Poste, essendo società pubbliche sarebbe stato anche un messaggio alle istituzioni bancarie. E poi di precisare che ciò che ha scritto l’Agenzia delle entrate in una circolare non corrisponde a norma, perché non si può pensare che chi compra il credito sia responsabile se la pratica non è stata istruita bene”.

Così, mentre la prima scadenza si avvicina (il 31 dicembre 2022 per villette e immobili indipendenti che abbiano effettuato almeno il 30% dei lavori entro settembre), il settore sembra tra due fuochi: da una parte i lavori, che ci sarebbero, e dall’altra alcune difficoltà, che vanno appunto dalla cessione del credito all’adeguamento dei prezzi. Nel mese di luglio, all’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sono arrivate dalla Toscana 2.103 asseverazioni (17.429 dall’inizio dell’anno), soprattutto per gli edifici unifamiliari (+1.139 per un totale di 8.101), poi da edifici funzionalmente indipendenti (+778, 7.325 le totali) e condomini (+186, 2.003 in tutto). Pesano le scadenze e forse gli investimenti medi, dato che i condomini hanno quello maggiore (quasi 450mila euro), tanto da essere i più indietro per lavori conclusi: al 69,1% le opere realizzate (stesso dato di giugno), mentre unifamiliari e funzionalmente indipendenti sono, rispettivamente, al 73% e 75,4%.
In totale, gli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione sono saliti a 1,7 miliardi (+203 milioni in un mese), con il 72,7% di lavori realizzati. Le detrazioni previste a fine lavori ammontano a 2,66 miliardi (a luglio +322 milioni), quelle maturate per lavori conclusi sono 1,9 miliardi (+378,5 milioni a luglio). Cifre che, sommate a quelle delle altre regioni, portano le detrazioni previste a fine lavori a 43,7 miliardi, ben più di quanto previsto dal governo (il che non significa che non verranno riconosciute: le agevolazioni, a meno che non vengano bloccate formalmente, non sono a esaurimento).

“Per i condomini la scadenza è più lontana (il 31 dicembre 2023, ndr) quindi se avvenisse uno sblocco dei crediti il tempo ci sarebbe, poi gli anni dopo la percentuale delle agevolazioni andrà a calare – continua Massari -. Questo potrebbe anche rimanere strutturale: ci potrebbe essere una norma che non sia più al 110%, che magari si regge male a livello di finanziaria, ma al 75-85%, così da includere anche una parte del privato. Ma i bonus sono fondamentali: se vogliamo andare verso la transizione e avere meno emissioni non si può risolvere tutto con la rigenerazione urbana, la maggior parte dei fabbricati ha solo bisogno di interventi come Superbonus e Sismabonus”.
I cantieri fermi però ci sono: per le cessioni, e per i prezzi. La Regione Toscana ha aggiornato il suo prezzario a metà luglio, il comune di Firenze lo aveva fatto a giugno, ma per rifare le perizie ci vuole tempo, ed ecco gli slittamenti.

Poi c’è il tema frodi. La maggior parte, spiegò il ministro dell’Economia Daniele Franco a febbraio, è legata alla cessione del credito per bonus facciate ed ecobonus; allora quelle connesse al Superbonus erano il 3%: “Chiediamo di essere controllati. E dovrebbe essere potenziato l’ispettorato del lavoro che verifichi sull’applicazione del contratto collettivo” conclude Massari, che sottolinea come “negli ultimi 2 anni il 60% delle aziende edili sia nata senza avere esperienza. Non è possibile che per aprire un’agenzia immobiliare si debbano passare degli esami, e per una edile no: l’una la casa la vende, l’altra la costruisce. Chiediamo delle regole in questo senso, e poi norme che restino chiare nel tempo: le aziende hanno bisogno di programmazione”.

Source: firenze.repubblica.it

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