“Le continue modifiche al provvedimento stanno rendendo la misura inutile. Se da un lato dal 7 marzo 2022 è stata riattivata la piattaforma per la cessione del credito, dopo lo stop del decreto anti frode, dall’altro Poste Italiane, per esempio, pare abbia introdotto limiti e condizioni più stringenti. Questione di cui abbiamo chiesto chiarimenti al Governo con una interrogazione, perché lo Stato se da un lato sblocca, dall’altro blocca. Tra questi, pare vi sia lo stop all’acquisto di crediti maturati a fronte di spese sostenute nel 2021. Una doccia fredda per chi oggi si vede rigettare le pratiche trasmesse, e si trova a dover fare i conti con la scadenza del 7 aprile 2022, obiettivamente troppo stringente. Il problema che ci viene segnalato da molte imprese e famiglie è che con la ripartenza dell’attività da parte di Poste società guidata a maggioranza dal Mef, non si accetterebbero più crediti successivi al primo cessionario creando così nuovi stop alla gestione delle cessioni. La verità è che non si può cambiare in continuazione regole del gioco, (in tre mesi la cessione del credito è cambiata ben due volte 2 volte) ma anzi occorre agevolare la misura e prorogare, visto le tante incertezze, la scadenza, ad oggi troppo stretta, del 7 aprile. La confusione dello Stato non la possono pagare imprese, famiglie e professionisti costretti a rincorrere gli umori del Governo”.
Lo dichiarano i deputati di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco, capogruppo in commissione Affari Costituzionali, e Lucia Albano, componente della Commissione Finanze.
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