Uno dei possibili scenari nel sistema del Superbonus 110% è che molti lavori edilizi potrebbero non vedere la fine. Le detrazioni approvate superano i fondi stanziati e le banche si sono fermate nell’acquisto di altri crediti. I numeri parlano chiaro e sono quelli presenti nell’ultimo rapporto dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), secondo cui i 33,3 miliardi di euro stanziati per la misura sarebbero dovuti bastare fino alla fine del 2022. Alla data del 31 maggio, però, sono già stati prenotati 33,7 miliardi di euro e le opere edilizie sostenute sono ben 172.450.
Il Superbonus
Il Superbonus, che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal primo luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficientamento energetico e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2022 (con detrazione al 110%), per gli interventi effettuati da persone fisiche sugli edifici unifamiliari, a condizione che al 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo e fino al 31 dicembre 2023 (con detrazione al 110%), per gli interventi effettuati dagli Iacp (ed enti con le stesse finalità sociali) su immobili, di proprietà o gestiti per conto dei comuni, adibiti a edilizia residenziale pubblica, a condizione che al 30 giugno 2023 siano stati eseguiti lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo. Stessa scadenza anche per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa per interventi su immobili assegnati in godimento ai propri soci. Ciò vuol dire che per assicurare le detrazioni ai nuovi richiedenti, la misura dovrà essere rifinanziata.
Il Superbonus spetta, inoltre, fino al 31 dicembre 2025 nella misura del 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023; nella misura del 70% per le spese sostenute nel 2024 e del 65% per le spese sostenute nel 2025. In questo caso i richiedenti sono condomini e persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte e professione, che intendono realizzare interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate.
Le richieste
A far sentire la propria voce ci ha pensato negli ultimi giorni il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori: “Serve sbloccare con urgenza la grave situazione che si è creata nel sistema delle cessioni di credito per i bonus edilizi ed è pertanto indispensabile che il Governo convochi con immediatezza un tavolo di confronto con le parti sociali e i rappresentanti del mondo professionale e produttivo“.
A detta del CNAPPC è indispensabile estendere la possibilità di acquisto dalle banche già in possesso di cessioni di credito in modo da sbloccare la situazione in atto e consentire a tecnici e imprese di affrontare la crisi.
I dati
Secondo l’ultimo report di Enea, alla data del 31 maggio 2022, si registrano tali numeri:
- 172.450 asseverazioni,
- 30.647.939.180,47 investimenti di riqualificazione energetica ammessi alla detrazione,
- 21.499.310.141,30 investimenti lavori conclusi ammessi a detrazione,
- 33.712.733.098,52 detrazioni previste a fine lavori,
- 23.649.241.155,43 detrazioni maturate per i lavori conclusi.
In particolare il numero di asseveraizoni è pari a 26.663 per i condomini; a 91.444 per gli edifici unifamiliari e a 54.338 per le unità immobiliari indipendenti. A piazzarsi prime in classifica vi sono la Lombardia con 26.432 asseverazioni e il Veneto con 21.555 asseverazioni. A seguire il Lazio con 15.504 asseverazioni e l’Emilia Romagna con 13.658 asseverazioni. Agli ultimi posti Molise con 1.955 asseverazioni e la Valle d’Aosta con 396.
Source: prestiti.segugio.it
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