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Superbonus ha esaltato l’edilizia, Ance: ‘Trainiamo economia emiliana’ – La Pressa

Superbonus ha esaltato l'edilizia, Ance: 'Trainiamo economia emiliana' - La Pressa

Le stime prevedevano una crescita sensibile (+7,5%) del settore dell’edilizia in Emilia-Romagna per il 2021 rispetto a un 2020 di crisi a causa della pandemia: i dati consolidati testimoniano addirittura un +17,1% in investimenti in costruzioni che va oltre le previsioni più ottimistiche e che fa del 2021 un anno record, con un livello di crescita che non si vedeva da prima della crisi del 2008. Il dato dell’anno scorso rappresenta un risultato positivo pieno perché, anche confrontato con il 2019, anno pre-pandemia, segna un +11,4%. Le prime stime per il 2022 confermano dati ancora positivi e in linea con quelli del 2021: +0,6% dei livelli produttivi del settore, in termini reali, su base annua.
Numeri di fronte ai quali Ance Emilia Romagna esprime piena soddisfazione.
Con il segno positivo sono anche quasi tutti gli indici dell’edilizia regionale: nel 2021 cresce il peso del settore delle costruzioni sul PIL dell’Emilia-Romagna (dal 7,4% passa al 7,9%); dal 16,7% di addetti nell’industria si passa al 18,1% e dal 5,3% si passa al 6% dei lavoratori operanti in tutti i settori di attività economica della nostra regione. In lieve aumento anche il numero delle imprese, che passano da 43.654 a 44.250, mentre è significativa la crescita delle ore lavorate (+25,5%). Tornano a crescere (+5,9%) il credito alle imprese nel comparto residenziale e, in maniera considerevole, l’erogazione di mutui alle famiglie (+36,6%). Anche le compravendite di abitazioni aumentano in maniera considerevole (+35,6%  sul 2020 e +27,9% sul 2019, anno che ha preceduto la pandemia).
Il settore dell’edilizia si conferma quindi, per il 2021 e anche per il 2022, un vero e proprio traino per l’insieme dell’economia regionale. Si è avviato un percorso di crescita che è anche merito delle importanti misure economiche che, negli ultimi anni, hanno interessato il settore. Prima fra tutte il Superbonus 110%, che proprio nel 2021 è entrato in fase di espansione e che sta accelerando ulteriormente nel primo semestre 2022. L’Emilia-Romagna, secondo i dati del 30 giugno scorso, è al quarto posto tra le regioni italiane per numero di interventi e per loro importo. Le agevolazioni legate al Superbonus hanno inoltre innescato un fortissimo interesse anche verso i bonus edilizi ordinari (ristrutturazioni, eco bonus, bonus facciate, sisma bonus). Affinché la straordinaria occasione del Superbonus non vada dissipata occorre però trovare con urgenza soluzioni che diano certezza alle imprese di poter cedere i crediti fiscali acquisiti mediante gli sconti in fattura. Si tratta di un tema centrale che, se non affrontato immediatamente, rischia di trasformare un’opportunità di sviluppo senza precedenti in un vero e proprio boomerang che avrà ricadute sulla vita di moltissime imprese del settore, sui lavoratori delle imprese stesse, e sulle famiglie proprietarie di abitazioni.
Le prospettive per il 2022 dipenderanno molto anche dal PNRR, in cui il settore delle costruzioni ha un ruolo centrale: il piano europeo prevede in Emilia-Romagna, entro il 2026, la realizzazione di investimenti di interesse per costruzioni pari a 5,1 miliardi di euro.
Restano però aperte sull’immediato futuro alcune incognite, non di poco conto. Innanzitutto gli elevati aumenti dei prezzi delle materie prime connesse all’attività di costruzione. A questo si aggiunge la guerra in corso in Ucraina, che ha amplificato le criticità già esistenti: inflazione in accelerazione, ostacoli al funzionamento delle catene del valore e ulteriori rialzi dei prezzi delle materie prime.

Numeri
Sono 44.250 le imprese delle costruzioni in Emilia-Romagna (circa il 9% del totale di quelle presenti in Italia), erano 43.654 nel 2020. Una crescita certamente in gran parte dovuta agli incentivi alla riqualificazione e ristrutturazione. Per l’80% si occupano di lavori di costruzione specializzati e per oltre due terzi sono realtà con un solo addetto. Quasi il 90% delle imprese dichiara un fatturato inferiore ai 500.000 euro. L’offerta produttiva settoriale si concentra principalmente nelle province di Bologna (19,9%), Modena (16,2%) e Reggio Emilia (15,5%).
Nel 2021 è cresciuto del 25,5% il numero di ore lavorate e del +12,3% il numero dei lavoratori iscritti. Anche i dati riferiti al primo trimestre dell’anno in corso chiudono con incrementi tendenziali a doppia cifra, pari, rispettivamente, a +21,8% per le ore lavorate e a +15,7% per i lavoratori iscritti. Le imprese emiliano-romagnole, perciò, nonostante la crisi epidemica, hanno mostrato capacità di mantenere la propria forza lavoro e il know-how acquisito nel tempo, così da poter tempestivamente riprendere e sostenere la produzione con il graduale allentamento delle restrizioni e il miglioramento del contesto economico. 

Nel modenese le imprese nel settore delle costruzioni sono 7.155 (erano 6.984 nel 2020) con una dimensione media di 2,9 addetti. In provincia di Modena i nuovi mutui per investimenti in edilizia non residenziale segnano -48,2% (87,2 milioni di euro complessivi) mentre registrano -28,9% per il residenziale (85,9 milioni). In crescita del 37,9% i mutui per acquisto di abitazioni erogati alle famiglie (in totale 962,7 milioni di euro). Le compravendite di abitazioni nel 2021 sono state 11.084 con un aumento del 38,5% (nel comune capoluogo aumentano del 34,6% mentre negli altri comuni della provincia del 39,9%).

Già alla fine del 2021, ma soprattutto nel primo semestre di quest’anno, prosegue la crescita degli investimenti per efficientamento energetico sostenuto dal Superbonus 110%. I dati del monitoraggio Enea – MISE -MITE evidenziano, per l’Emilia-Romagna, al 30 giugno 2022, 15.834 interventi legati al Superbonus per un ammontare corrispondente di oltre 2.8 miliardi di euro. Valori praticamente raddoppiati rispetto alla fine del 2021, che si era chiuso con un bilancio complessivo di 8.204 interventi legati allo strumento fiscale, per un valore corrispondente superiore a 1,4 miliardi. L’Emilia-Romagna, sesta regione italiana per popolazione, è ora al quarto posto (dopo Lombardia, Veneto e Lazio) per numero di interventi e loro importo (a fine giugno gli interventi complessivi in Italia erano 199.124 per oltre 35 miliardi di euro). Per più della metà si tratta di lavori di riqualificazione su edifici unifamiliari, per circa un terzo su unità immobiliari indipendenti e per circa il 15% di condomini (che però raccolgono da soli quasi la metà del valore dei finanziamenti).

Il commento
‘Il Superbonus 110% per il settore delle costruzioni rappresenta la più straordinaria delle opportunità di crescita dell’economia regionale e di sostenibilità ambientale, come testimoniano i dati estremamente positivi. Ma allo stesso tempo può diventare un boomerang, se non si risolve la “partita” delle cessioni del credito d’imposta – afferma Stefano Betti, presidente ANCE Emilia-Romagna -. Tante imprese che hanno avviato o programmato importanti lavori di riqualificazione, insieme a tanti proprietari, si trovano ora senza liquidità perché non riescono più a cedere il loro credito alle banche. Per poter completare i lavori, ma anche per sfruttare le potenzialità offerte dalla misura anche nel 2023, bisogna fare in modo che le banche possano tornare ad acquistare i crediti fiscali. L’anno passato abbiamo cercato, con successo, la collaborazione della Regione Emilia Romagna per sostenere la proroga del Superbonus almeno fino alla fine del 2023. Quest’anno siamo nuovamente ad evidenziare alla Regione la necessità di essere al fianco del settore, che sta trainando l’economia, e farsi parte attiva affinché si trovino le modalità per svuotare i cassetti fiscali delle imprese di costruzioni, pieni di crediti d’imposta che non riescono a monetizzare. E’necessario un intervento normativo certo e chiaro sul punto’.
‘Il costo delle materie prime nell’ultimo anno ha subito un’accelerazione fortissima: la guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato questa situazione. ANCE ha richiesto e ottenuto dalla Regione un Tavolo permanente di concertazione del Prezziario regionale.  Ora però occorre fare un ulteriore salto: la Regione deve fornire un’interpretazione certa e chiara a tutte le stazioni appaltanti affinché queste applichino l’ultimo prezziario aggiornato vigente. Infatti, molte gare bandite dagli Enti locali vanno deserte proprio perché vengono utilizzati prezzi dei materiali non in linea con il mercato e, pertanto, non sostenibili dalle imprese – aggiunge Betti -. Per avere cantieri in sicurezza e qualità degli interventi, è necessario che le imprese siano preparate e strutturate e che abbiano un equilibrio tra organizzazione ed entità delle opere da realizzare. In questa direzione, la norma del DL Aiuti sulla qualificazione delle imprese nell’ambito dei lavori relativi al Superbonus rappresenta un cambio di marcia importante. Il nostro settore, che nella crisi ha perso 65mila occupati, ora ha bisogno di manodopera specializzata: chiediamo alla Regione di continuare a sostenere la formazione sia professionalizzante sia in materia di sicurezza delle scuole edili, punto di riferimento certo per gli addetti del settore’.

Source: lapressa.it

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