Superbonus imprese, il Senato boccia l’emendamento per la cessione dei crediti d’imposta per l’acquisto di beni strumentali.
Del maxi-emendamento presentato come sostitutivo dell’intero decreto Sostegni, solo poche proposte sono state trovate “inammissibili”. Tra queste, proprio la proposta del Movimento 5 Stelle, che avrebbe consentito la possibilità di cedere a terzi i crediti per incentivi 4.0.
Una misura importante, la cui bocciatura spiazza i 5 Stelle.
Superbonus imprese, il Senato boccia l’emendamento: niente cessione del credito per i beni strumentali
La presidenza del Senato ha valutato ’’ammissibile’’ il maxi-emendamento che sostituisce interamente il decreto Sostegni, a eccezione fatta di due emendamenti dichiarati invece ’’improponibili’’.
Uno di questi riguarda il cosiddetto superbonus imprese. L’emendamento a firma pentastellata prevedeva, fino al 31 dicembre 2022, la possibilità di cedere a terzi (banche comprese) i crediti d’imposta per la Transizione 4.0.
Il cessionario poteva a sua volta utilizzare il credito d’imposta in compensazione, seguendo le regole ordinarie.
Una misura importante, che mette i 5 Stelle sul piede di guerra.
Superbonus imprese addio, niente cessione del credito anche per il bonus mobili: 5 Stelle sul piede di guerra
La possibilità di cessione del credito (e anche sconto in fattura) è stata bocciata anche per il bonus mobili, che quindi rimane, insieme all’incentivo per la sistemazione di terrazze e giardini, il solo a poter essere usato solo tramite detrazione in dichiarazione dei redditi.
Sembra insomma che il Senato prenda posizione contro la monetizzazione dei crediti d’imposta.
I 5 Stelle, firmatari degli emendamenti bocciati, non l’hanno presa bene. Il capogruppo M5S al Senato Ettore Licheri ha dichiarato:
“È una decisione incomprensibile e immotivata. Cominceranno delle interlocuzioni con la Ragioneria e parallelamente un processo di seria riflessione su quello che sarà il voto del M5s alla fiducia stasera al Senato.”
L’approvazione definitiva del decreto è prevista per la sera del 19 maggio, due giorni prima il provvedimento è atteso alla Camera.
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