I punti chiave
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Lo Stato che si dà obiettivi di crescita economica «sfidanti» e spende miliardi a decine per rilanciare il Pil, secondo la Corte dei conti penalizza «le stesse imprese agevolate da interventi nazionali ed eurounitari» continuando a ritardare i pagamenti delle fatture commerciali, come spiega il Procuratore generale della Corte dei conti Angelo Canale. E mentre si prova una riforma fiscale con prospettive ambiziose di lotta all’evasione tramite integrazione totale delle banche dati e uso dell’intelligenza artificiale nell’analisi del rischio, si pratica «un utilizzo scarso dell’anagrafe dei rapporti finanziari e degli accertamenti sintetici», anche in un 2021 in cui «si è registrata una diminuzione dei controlli» sul campo, aggiunge il presidente di coordinamento delle sezioni riunite di controllo Enrico Flaccadoro.
Ma a rendere urgente un ripensamento del fisco per renderlo «equo, condiviso e orientato alla la crescita», ha avvertito venerdì 24 la Corte nel giudizio di parifica sul rendiconto 2021, è anche un altro fattore: l’esigenza di ridisegnare un sistema di incentivi e detrazioni che sono «un elemento di distorsione del prelievo». Il tutto mentre guerra e inflazione cooperano per «mettere potenzialmente a rischio qualsiasi piano di programmazione» e impongono di correre nel «creare le condizioni strutturali per la realizzazione del Pnrr», come chiosa il presidente della Corte Guido Carlino.
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Occasione per rilevare le «contraddizioni» della finanza pubblica
Il bilancio dello Stato ieri ha ottenuto la consueta parifica dai magistrati dei conti. Ma per la Corte l’esame del rendiconto 2021 è l’occasione per mettere in fila le «contraddizioni» che continuano a caratterizzare la gestione della finanza pubblica. Non sono poche.
Il capitolo fiscale ne ospita parecchie. La più palese è quella degli sconti, che mentre la finanza pubblica prova a concentrarsi nell’aiuto delle famiglie più povere e delle imprese più in difficoltà, in molti casi offrono «benefici non giustificati a gruppi specifici di soggetti», determinano «effetti distributibi non sempre auspicabili» e fanno tutto questo comportando «perdite di gettito rilevanti». L’accusa, generica solo alla prima occhiata, punta dritto invece «al complesso sistema dei bonus edilizi» che hanno prodotto solo nel 2020-21 prime cessioni di crediti e sconti in fattura per 38,4 miliardi di euro. Numeri ovviamente ingigantiti dal Superbonus, su cui torna a salire l’agitazione nelle banche sulle verifiche nella cessione dei crediti, come mostra una circolare Abi che sottolinea i rischi di responsabilità in solido dei cessionari alla luce delle istruzioni di giovedì delle Entrate (servizio a pagina 26).
Risultati «inferiori alle attese» per la fatturazione elettronica
In parallelo risuona un nuovo allarme sulla lotta all’evasione. Perché la flessione dei controlli nell’analisi della Corte si è dilungata ben oltre il periodo più buio della pandemia, e anche la fatturazione elettronica, che pure insieme a Reverse Charge e Split Payment è il motore principale nell’aumento dell’adesione spontanea agli obblighi Iva, ha avuto risultati «inferiori alle attese». Ma non c’è solo il fisco.
Source: ilsole24ore.com
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