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Il Superbonus 110%, confermato dall’ultima Legge di Bilancio fino al 2025, assicura una consistente agevolazione a chi esegue lavori di ristrutturazione sui vecchi immobili. Questo vale sia per gli immobili adibiti ad “abitazione principale” che per le seconde case al mare o in montagna.
Per poter avviare i lavori servono però diverse pratiche da presentare al Comune nel quale è ubicato l’edificio oggetto degli interventi.
Per questo esiste un lungo elenco di documenti, certificazioni e asseverazioni che la ditta incaricata dei lavori, il commercialista e il proprietario dell’immobile devono assolutamente conoscere.
Pratiche e documenti necessari cambiano in base alla tipologia di intervento svolto, se adeguamento energetico, sismico o lavori di diversa tipologia eseguiti contemporaneamente.
Ecco una panoramica della documentazione richiesta per beneficiare del Superbonus 110%, di cosa dotarsi e a chi spetta iniziare la pratica.
Quali sono i documenti da presentare per il Superbonus 110%
Come abbiamo detto poc’anzi, la legge prevede un lungo elenco di documenti e autorizzazioni per dare il via ai lavori, certificare la spesa sostenuta e, quindi, ricevere l’agevolazione.
Prima di procedere, a prescindere dal tipo di lavoro che intende eseguire, il proprietario o detentore dell’immobile deve dotarsi di una serie di documentazioni che attestino il possesso/detenzione del bene.
Nello specifico si tratta di:
- certificato di proprietà rilasciato dai pubblici registri, se il beneficiario è il proprietario dell’immobile;
- contratto di locazione o comodato, debitamente registrato presso l’Agenzia delle Entrate, se il richiedente è l’affittuario;
- il certificato di convivenza registrato presso all’Anagrafe del Comune se il richiedente è un familiare convivente del proprietario o del detentore dell’immobile. In tal caso serve anche una dichiarazione da cui risulti il consenso espresso del proprietario.
Naturalmente per beneficiare delle agevolazioni è necessario anche documentare le spese sostenute o da sostenere nei mesi a venire. Per farlo serve una dichiarazione sostitutiva d’atto notorio che si aggiunge a due ulteriori dichiarazioni:
- una in cui si attesta che l’immobile da ristrutturare non è utilizzato per attività imprenditoriale ma a scopo di abitazione (non necessariamente prima casa);
- una per trasferire il credito d’imposta, qualora sia questa la scelta del richiedente.
Se colui che richiede l’agevolazione non è titolare di un diritto reale (perché, ad esempio, non è il proprietario dell’immobile) avrà anche bisogno della busta paga, del contratto di lavoro o di qualsiasi altro documento che provi la produzione di un certo reddito nell’anno in cui si svolgono i lavori.
Cosa presentare in Comune per il Superbonus 110%
La lista di moduli e documenti da presentare in Comune per avviare la pratica del Superbonus 110% è lunga, per questo abbiamo pensato di elencare sinteticamente cosa è indispensabile.
I documenti da presentare obbligatoriamente sono i seguenti:
- la visura catastale dell’immobile che subirà i lavori (serve a verificare i dati dell’immobile e del proprietario);
- il modulo di autorizzazione firmato di pugno dal proprietario per avviare i lavori;
- il verbale dell’assemblea di condominio con l’esatta indicazione della ripartizione delle spese in base ai millesimi di proprietà, sempre che i lavori interessino un edificio condominiale;
- la lettera di incarico alla ditta che eseguirà i lavori di ristrutturazione e/o adeguamento energetico;
- una autocertificazione del richiedente in cui dichiara di non aver usufruito o richiesto il Superbonus 110% relativamente ad un’altra unità immobiliare.
Oltre a quelli elencati, vi sono poi i documenti che attestano la fattibilità dei lavori a cura di un architetto o di un ingegnere. Soltanto nel caso in cui la valutazione sulla fattibilità è positiva si dovrà presentare in Comune:
- CILA, cioè la comunicazione di inizio lavori;
- la polizza RC per l’assicurazione da parte del tecnico;
- la ricevuta che provi la trasmissione della scheda descrittiva e dell’APE all’ENEA;
- il computo metrico estimativo dell’unità immobiliare, serve ad avere una stima dei costi e confrontarli con i limiti di spesa previsti dalla normativa;
- la dichiarazione di conformità edilizia e urbanistica;
- il capitolato dove sono descritti materiali, modalità di esecuzione dei lavori e servizi di fornitura (deve essere redatto da un tecnico abilitato);
- il PSC, ovvero il Piano di sicurezza e coordinamento, in cui riportare le fasi critiche del lavoro e le misure da adottare per tutelare la sicurezza del cantiere. La sua obbligatorietà è limitata ai casi in cui sullo stesso immobile lavorino due imprese edili differenti oppure almeno 200 operai.
Documenti necessari da presentare alla fine dei lavori
Pratiche burocratiche e documenti non finiscono al termine dei lavori di ristrutturazione, anzi.
Una volta chiuso cantiere per avere l’agevolazione bisogna presentare:
- la dichiarazione di fine lavori;
- la ricevuta dove è presente il codice identificativo della domanda;
- l’APE;
- i preventivi di spesa;
- la scheda descrittiva dei lavori eseguiti;
- le fatture relative ai computi metrici;
- foto che dimostrino la chiusura del cantiere;
- la SCA, cioè la segnalazione certificata di agibilità;
- l’asseverazione compilata ai sensi dell’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020.
Chi fa le pratiche per il Superbonus 110%
La lunga lista di documenti e moduli da presentare in Comune non deve spaventare: si tratta per lo più di adempimenti richiesti ai responsabili del cantiere e non al privato cittadino. Infatti l’avviso delle pratiche per il Superbonus compete al progettista o il direttore dei lavori.
A chi bisogna rivolgersi per richiedere l’agevolazione? La prima cosa da fare è coinvolgere un professionista nel campo dell’adeguamento energetico, cioè un termotecnico. Egli deve essere in possesso dell’abilitazione professionale al rilascio della certificazione energetica. Soltanto in questo modo si potrà stabilire con esattezza la classe energetica di partenza e richiedere l’agevolazione.
Il secondo step è affidarsi ad una ditta edile e stabilire i lavori trainanti e quelli trainati da eseguire al fine di migliorare di almeno due classi energetiche rispetto al punto di partenza. Questo è uno dei requisiti indispensabili per ottenere il Superbonus al 110%.
I lavori potranno iniziare soltanto dopo aver verificato presso il Comune che l’immobile in questione possiede i permessi a costruire e che non siano presenti abusi edilizi.
Superbonus 110%: quando rivolgersi al commercialista
Una volta individuata l’impresa edile è la volta del commercialista. Questa figura è fondamentale per compiere la scelta tra sconto in fattura oppure cessione del credito.
Da parte sua il commercialista deve verificare che il soggetto richiedente abbia i requisiti previsti dalla legge per beneficiare del credito di imposta. In caso di esito positivo, il commercialista emetterà il “visto di conformità” da trasmettere all’Agenzia delle Entrate. Al suo interno è indicata anche la scelta del richiedente.
Come iniziare la pratica del Superbonus 110
Modi e tempi per iniziare la pratica del Superbonus sono indicati nel decreto legge n. 34/2020 (meglio noto come “Decreto Rilancio”) integrato lo scorso 3 febbraio 2022.
Ora, in seguito alla Legge di Bilancio per il 2022, per iniziare la pratica del Superbonus 110 si ha tempo fino al 31 dicembre 2025 nella misura seguente:
- fino al 31 dicembre del 2023 si può ottenere l’agevolazione al 110%;
- fino al 31 dicembre del 2024 con agevolazione al 70%;
- fino al 31 dicembre del 2025 con agevolazione al 65%.
I documenti da presentare in Comune per l’avviamento della pratica dipendono dalla tipologia di intervento. Ad esempio se i lavori riguardano il miglioramento della classe energetica dell’edificio il tecnico incaricato deve compilare l’APE (Attestazione di Prestazione energetica) prima dell’inizio dei lavori e a conclusione degli stessi.
A tale documentazione dovrà essere allegata l’asseverazione che certifica che l’esecuzione dei lavori è avvenuta correttamente (ed entro i limiti di spesa previsti).
Nel termine di 90 giorni dalla chiusura del cantiere il tecnico deve inviare obbligatoriamente l’asseverazione ad ENEA e chiedere la ricevuta informativa dove è indicato il Codice indicativo della procedura.
Invece, se i lavori interessano operazioni di adeguamento antisismico, per avviare la procedura è indispensabile l’intervento di professionisti incaricati ed esperti di progettazione strutturale. Dovranno dirigere i lavori ed eseguire il collaudo statico finale.
Per chiedere lo sconto in fattura o la cessione del credito si dovrà eseguire un adempimento ulteriore: rivolgersi ad un commercialista di fiducia, ad un CAF o ad un patronato per ottenere “il visto di conformità”.
Soltanto dopo questa formalità, il beneficiario può comunicare l’opzione prescelta (sconto in fattura o cessione del credito) all’Agenzia delle Entrate. Per farlo bisogna compilare un modello predisposto ad hoc e scaricabile sul sito ufficiale dell’AdE.
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Source: infobuildenergia.it
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