Doveva iniziare alle 10, all’ordine del giorno un’informativa del ministro Daniele Franco sul Recovery Plan. Ma il Consiglio dei ministri è slittato “non si sa quando si fa”, dice un ministro. Ci sarebbero, infatti, ancora nodi da sciogliere, a partire dal superbonus, che M5S e Fi chiedono di estendere al 2023, ma anche su altri punti, come le liberalizzazioni e quota 100. Si attende un nuovo orario di convocazione, ma il Consiglio dovrebbe comunque svolgersi in giornata. Il premier Mario Draghi avrebbe rassicurato il M5S sulle coperture del superbonus fino al 2023. Ci saranno, è una certezza, la rassicurazione arrivata ai grillini dal presidente del Consiglio, alle prese con le ultime limature del Pnrr e le interlocuzioni con Bruxelles. Draghi avrebbe spiegato ai 5 Stelle che le coperture verranno verificate annualmente a seconda del ‘tiraggio’. Vale a dire quante risorse vengono spese in base ai lavori.
Anche la cabina di regia, affidata a Palazzo Chigi con il contributo di ministri che, al momento, sono prevalentemente tecnici, ha creato qualche mal di pancia. La Lega, riferiscono fonti di governo, sarebbe intenzionata per ora a lasciare sotto traccia la questione quota 100, ma decisa ad alzare il tiro sullo stop alle aperture nei weekend dei centri commerciali – sparite dal dl sulle aperture – e sull’ascolto delle Regioni, ora a trazione Lega con la leadership della conferenza dei governatori in mano a Massimiliano Fedriga.
Conte: “Il superbonus 110% è una misura fondamentale”
Anche l’ex premier Giuseppe Conte, capo in pectore del M5S, interviene sulle frizioni in atto nel governo sul superbonus al 2023. “La transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle – scrive su Fb. – È un’occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica. In quest’ottica, il superbonus 110% è una misura fondamentale per consentire non solo di salvaguardare il nostro Pianeta e abbattere in modo significativo le emissioni, ma anche per permettere a milioni di famiglie di risparmiare sui costi dell’energia e di rendere più sicure le proprie case sul piano antisismico”.
“Non solo – rimarca Conte – con il superbonus si sta investendo su un patrimonio immobiliare vetusto, si stanno creando migliaia di posti di lavoro con cantieri diffusi su tutto il territorio. Ad oggi, nonostante le difficoltà create dalla pandemia, sono stati avviati già oltre 10.000 cantieri in tutta Italia per un valore superiore al miliardo di euro. La presenza del superbonus nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è quindi essenziale. Non possiamo permetterci di creare incertezza sul futuro di questa misura: si bloccherebbero i cantieri e le aspettative di milioni di famiglie e di migliaia di imprese e professionisti resterebbero inspiegabilmente disattese”.
“Il Parlamento si è espresso in modo chiaro e compatto – ricorda l’ex presidente del Consiglio – sulla necessità di prorogare il superbonus almeno fino al 2023 a tutti i soggetti e a tutte le tipologie di edifici. Tutte le categorie produttive lo ritengono fondamentale per risollevare il settore dell’edilizia e dare certezza agli investimenti. Questo Governo ha abbracciato la svolta della transizione ecologica e per questo bisogna essere conseguenti. La misura del superbonus va prorogata fino al 2023 e, anzi, è necessario intervenire per renderla ancora più semplificata. Occorrono segnali politici forti e chiari. I nostri cittadini, le famiglie, le imprese chiedono certezze”.
Sibilia (M5s): “Senza superbonus problema politico”
“Il Superbonus 110% è una misura creata con il Governo Conte per rilanciare l’edilizia green e ridurre i consumi. Un investimento che fa bene al pianeta. Se nel Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) dovessero mancare le risorse per estendere il Superbonus al 2023, come promesso, è evidente che si creerebbe un grosso problema politico. Verrebbero a mancare i presupposti per una transizione ecologica e un problema per un settore ad alta intensità di occupazione. Questo provvedimento rimane essenziale per il MoVimento 5 Stelle”. È quanto scrive sui social il sottosegretario all’interno Carlo Sibilia (M5s).
“Per il M5s sarà molto difficile dire sì al Pnrr qualora non dovessero arrivare garanzie su questa estensione” , aggiungono i senatori M5s della commissione Industria, Gianni Girotto, Cristiano Anastasi, Gianluca Castaldi, Marco Croatti, Gabriele Lanzi e Sergio Vaccaro. “Una brusca interruzione del percorso avviato avrebbe effetti nefasti su una macchina virtuosa che si è appena messa in moto. Il presidente Draghi lanci un segnale e si impegni subito davanti al Parlamento: bisogna dare certezze tanto alle imprese tanto ai cittadini”.
Meloni: “Democrazia sospesa, rinviamo dibattito Aula”
“FdI chiede ufficialmente il rinvio del dibattito parlamentare ai Presidenti delle Camere: tutto ciò è letteralmente inaudito e mi auguro che gli altri partiti facciano sentire la loro voce. Anche l’indecenza ha un limite”. Lo scrive su Fb Giorgia Meloni, ricordando che “lunedì, il Presidente Draghi illustrerà al Parlamento il Recovery Plan”. “Mancano meno di 48 ore dalle sedute parlamentari e il Recovery Plan non è stato ancora nemmeno pubblicato. In Italia, ormai, la democrazia è sospesa anche grazie all’ampia maggioranza che sostiene il Governo, che su un tema così importante ha deciso di rinunciare ad esercitare il suo ruolo”.
Tajani (FI): migliorato ma servono correttivi
“Il recovery plan del Governo è migliore rispetto a quello di Conte che ci ha fatto fare una figuraccia a Bruxelles. Grazie a noi è migliorato. Aspettiamo il testo definitivo, ma credo ci siano correttivi da apportare riguardo la politica industriale e la rigenerazione urbana. I fondi destinati al Sud non devono essere inferiori al 40%“, ha detto Antonio Tajani, coordinatore di FI, a Rai Parlamento. “I comuni devono avere meno burocrazia” ha spiegato, aggiungendo che “detrazioni per l’edilizia e super bonus sono importanti per un settore fondamentale per l’economia”. “Sono punti necessari all’interno dell’azione del Recovery”.
Nardella, se sindaci non hanno voce è fallimento
“Se non risolve una volta per tutte il problema del riconoscimento di una voce istituzionale dei sindaci in Europa il Recovery Fund si può tradurre in un clamoroso fallimento”, ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenendo all’incontro su ‘Le città e l’esperienza della politica’, organizzato dalla scuola di formazione per ‘Architetti della politica Poli’MiNa’. “I sindaci – ha aggiunto Nardella – non sono coinvolti nei modelli istituzionali di governo europei. Per questo manifesto una larga insoddisfazione. In Europa abbiamo solo il comitato delle Regioni, che peraltro ha solo un ruolo consultivo, ma i sindaci non hanno voce nella Ue: non ci sono procedure che riconoscono loro un ruolo effettivo con cui incidere sulle politiche pubbliche. Lo stesso nei fatti avviene in Italia”. Secondo il primo cittadino “il coinvolgimento dei sindaci come testimoni del rapporto tra i cittadini e le istituzioni diventa necessario”.
Intanto proseguono le interlocuzioni con Bruxelles, dove il testo dovrà arrivare entro il 30 aprile.
Source: notizie.tiscali.it
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