di Daniele Bovi
Uno strumento che fa enorme fatica a scaricare a terra le sue grandi potenzialità. Venerdì la Rete delle professioni tecniche dell’Umbria ha fatto il punto, durante una conferenza stampa, sul Superbonus 110%, la misura di incentivazione, introdotta dal decreto legge «Rilancio» del maggio 2020, che ha l’obiettivo di «rendere più efficienti e più sicure» le abitazioni. Le difficoltà che geometri, architetti e altri professionisti stanno incontrando, in Umbria come nel resto d’Italia, sono però molte e di diverso tipo.
Fateci lavorare «Noi chiediamo di essere messi in condizione di poter lavorare – dice Livio Farina, coordinatore della Rete umbra – in quanto anello necessario per la catena dell’edilizia». Una delle prime difficoltà riguarda l’accesso agli atti delle amministrazioni pubbliche, primo passo propedeutico non solo per il Superbonus ma in generale per qualsiasi intervento edilizio. L’intenzione non è quella di gettare la croce sui dipendenti delle amministrazioni, spesso sotto organico e sommersi dalle richieste («c’è chi lavora fino a sera per aiutarci») ma i tempi, in alcuni casi, sono biblici: «Ieri – spiega Enzo Tonzani, presidente dell’Ordine dei geometri di Perugia – un Comune mi ha dato un appuntamento per l’8 giugno, fra 76 giorni; sono cose che non riesco a spiegare ai committenti».
Accesso agli atti Farina ha ricordato che l’anno scorso, subito dopo il lockdown, la Rete aveva chiesto la possibilità di accedere agli uffici: «Lo smart working – dice – funziona solo in teoria; da anni le amministrazioni parlano di digitalizzazione e informatizzazione ma non sono preparate. La presenza è essenziale. Ci troviamo in grande difficoltà e le pratiche non vanno avanti». L’altro grande problema, oltre ai tempi lunghissimi per l’accesso agli atti, riguarda la normativa: Farina sottolinea che «non c’è immediato allineamento tra quelle nazionali e quelle regionali; da tempo chiediamo la revisione delle norme regionali sul territorio, che hanno problemi e difficoltà interpretative».
Uniformità e tempi I professionisti dunque chiedono chiarezza e anche uniformità: «Non è gestibile – dicono – il fatto che 92 comuni umbri abbiano 92 modalità diverse di interpretare le norme e di procedere. È come camminare sulle sabbie mobili». La misura è stata prorogata fino al giugno 2022 ma i tempi sono di fatto molto stretti: «In pratica – spiega Massimiliano Fancello – siamo arrivati ad avere un quadro normativo di massima solo a gennaio. I tempi lunghi – magari mesi – che servono per l’accesso agli atti, rendono impossibili ristrutturazioni complesse, come quelle che riguardano ad esempio i condomini. Con tutti questi problemi sarà difficile far partire i lavori e portarli a termine».
Numeri Fare una stima di quante siano le pratiche presentate o bloccate a livello regionale non è semplice. A Terni, ad esempio, negli ultimi 8 mesi sono stati circa 1.500 gli accessi agli atti, con una media di 200-250 ogni mese a fronte dei 40-50 che venivano registrati prima del Superbonus. «Una misura – dicono i professionisti – che rischia di rimanere solo una grande possibilità. Il legislatore ha sbagliato i tempi. Siamo arrivati al punto di dover scendere in piazza anche noi come le altre categorie».
Twitter @DanieleBovi
Source: umbria24.it
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.