Il Superbonus sarà prorogato. Più tempo per ultimare i lavori e per la cessione del credito di imposta
C’è una buona notizia per chi ha iniziato o è intenzionato ad avviare lavori di ristrutturazione in casa: il Superbonus sarà prorogato. A metterlo nero su bianco sarà il Governo con un decreto che ritocca le scadenze previste al momento per usufruire degli incentivi al 110% e che arriverà in consiglio dei Ministri il 21 aprile, subito dopo Pasqua. Facciamo chiarezza.
I termini del Superbonus per tutti e la proroga per le villette
Va ricordato che per usufruire del Superbonus al 110% le opere di ristrutturazione devono essere concluse al 30% entro il 30 giugno. Significa che devono essere state pagate con un bonifico. Il saldo deve invece essere liquidato entro la fine del 2022. Con il nuovo decreto, che è atteso per il 21 aprile, i termini saranno posticipati di qualche mese. Il provvedimento fa riferimento esclusivamente alle abitazioni unifamiliari, quindi le cosiddette “villette” e la proroga potrebbe essere da un minimo di 2 a un massimo di 6 mesi, secondo quanto emerso finora. A confermarlo sono state Martina Nardi e Alessia Rotta, presidenti rispettivamente della Commissione Attività Produttive e di quella Ambiente.
Quali immobili
Come detto la novità riguarderebbe solo le villette o in genere le case indipendenti, unifamiliari. Rimangono invariate, invece, le scadenze per le altre tipologie di immobili. In particolare, per le abitazioni degli Iacp ed enti assimilati la scadenza è sempre il 31 dicembre 2023, con il 60% dei lavori eseguiti entro il 30 giugno dello stesso anno (2023).
Gli stessi termini valgono anche per i condomini e gli edifici plurifamiliari con unica proprietà e un numero di unità immobiliari da due a quattro. In questo caso, però, cambiano aliquota e termini:
-fino al 31 dicembre 2023 con aliquota al 110%;
-dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, con aliquota al 70%;
-dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025, con aliquota al 65%.
Attenzione: le date si riferiscono ai soli pagamenti. I lavori, quindi, possono richiedere tempi più lunghi. In ogni caso, come chiarisce il Fisco, dovranno essere terminati.
I requisiti: per quali lavori
Oltre alla tipologia di immobile occorre prestare attenzione al tipo di ristrutturazione che, per poter ottenere il Superbonus, deve permettere di migliorare di almeno due classi energetiche e deve contenere almeno un intervento essenziale tra l’isolamento termico e il cambio della centrale termica. Se si tratta di condomini, inoltre, tutti i proprietari possono usufruire del bonus sui lavori nelle parti comuni, a condizione che almeno il 50% della superficie ammodernata sia residenziale.
Se, invece, si tratta di opere all’interno delle unità abitative, il Superbonus si applica fino a un massimo di due proprietà per ciascun contribuente. Lo stesso vale per i proprietari di immobili indipendenti.
Rimangono escluse le tipologie di immobili di lusso, cioè quelle di classe che al catasto risultano A/1, A/8 e A/9, oltre agli immobili non residenziali, gli edifici con proprietà unica e oltre 4 unità residenziali, quindi comunque edifici di dimensioni più consistenti.
Arriva un’altra cessione del credito: cos’è
Sempre Nardi e Rotta hanno annunciato un accordo raggiunto anche su un’ulteriore «cessione del credito rispetto ad oggi» che «dà la possibilità a molte aziende di trovare più facilmente un compratore per il credito, e dunque di ricevere una boccata d’ossigeno». Ma di cosa si tratta?
Si tratta di un credito verso lo Stato con cui si possono compensare i debiti o ridurre le imposte dovute. In pratica, il Superbonus può essere usufruito o sotto forma di detrazione fiscale (al 110% dei costi sostenuti per i lavori) oppure come cessione del credito o “sconto in fattura”. In quest’ultimo caso, il cittadino che ha diritto al Superbonus del 110% “cede” il proprio credito di imposta alla banca e ottiene immediatamente la liquidità per pagare l’impresa che esegue le opere, in cambio di una percentuale sull’importo del credito. Con tutta probabilità, il termine per comunicare la cessione relativa ai lavori effettuati nel 2021 sarà posticipato al 15 ottobre 2022, in modo da concede «più tempo a imprese e istituti finanziari per completare le procedure», come spiegato dal Movimento 5 Stelle che si è fatto promotore di un emendamento che va in questa direzione.
Le altre scadenze
Va ricordato che sempre a dicembre 2022 ci sono altre scadenze. In particolare è fissato al 31 dicembre il termine ultimo per usufruire del bonus facciate (60% in 10 anni), il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche (75% in 5 anni, con un tetto tra 50 e 30mila euro per unità immobiliare).
C’è più tempo, infine, per ottenere l’ecobonus, il sismabonus, il bonus verde e per le ristrutturazioni “standard”, che scadono al 31 dicembre 2024.
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