Antonio Lombardi* Le ultime rilevazioni dell’Enea e il monitoraggio sulla nati-mortalità delle imprese realizzato da Unioncamere, confermano l’impatto estremamente positivo del Superbonus 110% sul mercato delle costruzioni ma anche su un vastissimo indotto e sull’economia del paese, al di là delle pure rilevanti implicazioni su riqualificazione statica ed energetica, e…
Antonio
Lombardi*
Le ultime rilevazioni dell’Enea e il monitoraggio sulla nati-mortalità delle imprese realizzato da Unioncamere, confermano l’impatto estremamente positivo del Superbonus 110% sul mercato delle costruzioni ma anche su un vastissimo indotto e sull’economia del paese, al di là delle pure rilevanti implicazioni su riqualificazione statica ed energetica, e quindi anche alla sicurezza, del patrimonio immobiliare.
Complessivamente, al 31 ottobre scorso, sono stati ammessi a detrazione investimenti per complessivi 9,7 miliardi di euro, dei quali 6,7 già conclusi.
La Campania in particolare è la quarta regione in Italia per investimenti ammessi: oltre 818 milioni. Meglio hanno fatto solo Lombardia (1,4 miliardi), Veneto (953 milioni) e Liguria (941 milioni). Incrociando questi dati con le recenti rilevazioni dell’Ufficio studi di Unioncamere si comprende con grande evidenza l’impatto considerevole che questo strumento sta producendo non solo sull’edilizia, ma sul sistema-Paese nel suo complesso, dall’ecosostenibilità all’occupazione, dalla sicurezza antisismica alla riqualificazione di paesi e città. Dal 2019 al 2021, anche grazie e soprattutto all’effetto dei cantieri Superbonus110% sono nate 29.136 nuove imprese nel settore delle costruzioni, con un incremento medio del 3,52%.
Abbiamo chiesto a tutti i parlamentari sostanziali modifiche al Disegno di legge, proponendo una proroga a tutto il 2025 senza alcuna differenziazione per tipologia di immobile o per reddito percepito dai proprietari. Tali limitazioni avrebbero un effetto dirompente sull’efficacia del Superbonus110%. Basti pensare che in Italia, stando sempre ai dati Enea al 31 ottobre scorso, l’85,5% dei lavori, pari al 50,8% degli investimenti, ha riguardato proprio edifici unifamiliari e immobili funzionalmente indipendenti, per i quali il Governo prevede restrizioni.
*Presidente
Federcepicostruzioni
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Source: ilgiorno.it
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