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Superbonus, rivolta contro la stretta. Ma scoperte truffe per 4 miliardi – Corriere della Sera

Imprese, intermediari finanziari e Movimento 5 Stelle: tutti contro la stretta sul Superbonus del 110% e gli altri bonus edilizi voluta dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, col pieno sostegno del premier Mario Draghi. La possibilità di cedere il bonus, ovvero il credito d’imposta, una sola volta anziché infinite volte, ha scatenato la protesta degli operatori, che hanno trovato i più accesi sostenitori nei 5 Stelle, i quali stanno già preparando gli emendamenti per cancellare la norma del decreto Sostegni, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale.

L’indagine sui falsi crediti

La stretta sulla cedibilità dei crediti era stata annunciata dallo stesso Draghi, che aveva rivelato che l’Agenzia delle entrate aveva bloccato ben 4 miliardi di euro di crediti perché frutto di frodi. Di questi, circa 2 miliardi sono stati incassati. Una sola indagine, delle procure di Roma e di Foggia, ha portato alla scoperta di falsi crediti per oltre un miliardo. A monte della truffa due società, gestite dalle medesime persone, che si sono fatturate a vicenda circa 500 milioni ciascuna per lavori mai realizzati, ma che hanno generato crediti di imposta in parte ceduti a nullatenenti e in parte a società di consulenza che li hanno infine monetizzati presso intermediari finanziari. A Roma una società costituita da una famiglia originaria di Lamezia Terme aveva addirittura creato un sito internet dove proponeva l’acquisto e la vendita di crediti poi rivelatisi fittizi per un valore complessivo di oltre 110 milioni. Tra i casi più gravi quello di un gruppo di società romane sconosciute al fisco (senza sede e rappresentate da nullatenenti) che hanno precostituito crediti fittizi per oltre 200 milioni che poi cedevano a terzi in cambio del corrispettivo. Singolare il caso di un nullatenente ospite di un centro di recupero per tossicodipendenti che ha aperto una partita Iva e ha tentato di cedere 400mila euro di crediti falsi.


Le rivolte

Per bloccare questo mercato il decreto legge Sostegni dispone che, dal 7 febbraio, i crediti maturati col Superbonus e con gli altri bonus edilizi siano cedibili una sola volta, sia nella modalità di cessione da parte del committente sia da parte dell’impresa nel caso in cui il committente opti per lo sconto in fattura. La stretta opera anche retroattivamente sui lavori per i quali non sia ancora ceduto il credito. Unanime la protesta delle associazioni del settore delle costruzioni. Ben 35 sigle hanno firmato un comunicato sostenendo che la norma «blocca nei fatti (anche in maniera retroattiva) numerosissimi cantieri». Per Gabriele Buia, presidente dell’Ance, c’è anche il rischio di «migliaia di contenziosi». Il presidente della Confartigianato, Marco Granelli, ha scritto a Draghi, chiedendo di ripristinare la cessione plurima dei crediti e l’Abi (associazione bancaria) si «rammarica» dei vincoli introdotti che «creano incertezza». In Parlamento il Movimento 5 Stelle mette nel mirino il ministro Franco. Riccardo Fraccaro, padre del Superbonus quando era sottosegretario alla presidenza nel primo governo Conte, promette: «Reintrodurremo la cessione del credito. Ancora una volta il ministro dell’Economia ha voluto cambiare le regole in corsa suscitando il malcontento di famiglie, imprese tecnici e istituti di credito». Dal Tesoro, per ora, non ci sono reazioni ufficiali. I tecnici difendono però la ratio della stretta perché, dicono, quella fatta su Superbonus e bonus edilizi «è la più grande truffa messa in atto ai danni dello Stato e bisognava correre ai ripari».

Source: corriere.it

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