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Superbonus, salta il tetto Isee di 25mila euro per le villette – Il Sole 24 ORE

I punti chiave

5′ di lettura

Nessun voto: su un qualsiasi articolo e neppure su un qualsiasi emendamento. La manovra è stata varata dal governo l’ormai lontano 28 ottobre: da allora il Parlamento non si è ancora mai minimamente pronunciato sul testo. Eppure le lancette corrono veloci. La data del 31 dicembre che segna lo spartiacque dall’esercizio provvisorio si avvicina a grandi passi. Maggioranza e governo, solo dopo settimane di incontri e trattative, alla fine dell’ennesima tornata di riunioni, hanno raggiunto l’intesa per approvare emendamenti riformulati sul superbonus e su Ape sociale. Si va verso una proroga di tre mesi dello stop di Cosap e Tosap per bar e ristoranti, mentre è ancora sul tavolo l’aumento a 10mila euro del bonus mobili.

In Parlamento ancora nessun voto sulla manovra

La Camera vedrà transitare il testo per non più di 2 o 4 giorni, tra il 27, o il 28, e il 30 dicembre e sarà chiamata a un compito meramente notarile apponendo il sigillo finale senza poter in alcuno modo modificare l’articolato.

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Superbonus, salta tetto Isee

L’intesa raggiunta dopo settimane di trattative sulla riconfigurazione del superbonus del 110% si tradurrà lunedì 20 dicembre nella riformulazione degli emendamenti presentati in commissione Bilancio al Senato. L’intesa raggiunta prevede la possibilità di accedere al 110% per la riqualificazione energetica o la messa in sicurezza delle singole unità familiari fino al 31 dicembre 2022. Proroga che non sarà più vincolata al limite reddituale dei proprietari, ormai noto come tetto Isee di 25mila euro introdotto dal governo nel disegno di legge di bilancio. Non solo. Il limite dei lavori da rispettare scende dal 60% al 30% e il vincolo temporale diventa il 30 giugno 2022. Così come chiesto dal Movimento 5 Stelle gli interventi agevolati con il 110% sulle villette non saranno più vincolati all’abitazione principale.

Ape sociale, per gli edili accesso con 32 anni di contributi

Come anticipato dal Sole 24 Ore, maggioranza e governo hanno perfezionato l’intesa per approvare un emendamento riformulato con cui sarà consentito ai lavoratori del settore dell’edilizia di accedere all’Anticipo pensionistico sociale (Ape sociale) con 32 anni di contributi, e non più 36, e 63 di età anagrafica. La Commissione tecnica sui lavori gravosi, presieduta da Cesare Damiano, aveva suggerito di abbassare la soglia contributiva a 30 anni. E in questa direzione andavano le proposte di modifica presentate originariamente dal Pd e altre forze politiche e le richieste dei sindacati. Ma, alla fine, il compromesso è stato raggiunto sui 32 anni mentre l’età anagrafica resta quella prevista per l’utilizzo dell’Ape sociale: appunto, 63 anni. Soddisfazione è stata espressa dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Dote da 150 milioni per misure settoriali

Il Senato invece, dove il provvedimento è di fatto in naftalina da novembre, deve ancora decidere se «regalarsi» il via libera come strenna natalizia o come viatico di un buon Capodanno, in attesa che maggioranza e governo decidano su quali cartelle (esattoriali) puntare per l’atteso rinvio dei pagamenti. Ma a condizionare la tempistica è anche il gettone da garantire ai singoli gruppi parlamentari per puntare sui propri ritocchi mirati (qualcuno a palazzo Madama le definisce maliziosamente «mini-mance»): sul piatto ci sarebbero 150-160 milioni prelevati dalla dote complessiva per il restyling (già lievitata dai 600 milioni iniziali) che fin qui non sono riusciti a soddisfare gli appetiti dei partiti. E forse non c’è da sorprendersi visto il periodo all’insegna delle abbuffate.

Source: ilsole24ore.com

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