Un ente terzo che aiuti i professionisti nella quantificazione dei compensi per le attività del Superbonus. In particolare, per gli asseveratori che siano anche progettisti e direttori dei lavori. In questa fattispecie, infatti, è lo stesso professionista asseveratore a dover certificare gli importi dei propri corrispettivi, andando a creare situazioni scomode con il proprio cliente. Per questo, è necessario che ci sia un organo esterno che garantisca per la corretta quantificazione dei corrispettivi. È il progetto messo in cantiere dal Consiglio nazionale degli ingegneri, che sarà presentato al prossimo tavolo convocato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Il tema dei compensi professionali per le attività legate al Superbonus è stato già trattato in passato dalle professioni tecniche in toto, non solo dagli ingegneri; nel 2020, infatti, la Rete delle professioni tecniche ha istituito un gruppo di lavoro che lo scorso 22 dicembre ha pubblicato un report contenente una serie di linee guida per la definizione dei compensi. «Stiamo integrando il report, per arrivare a una sorta di prezziario per i professionisti legato al bonus 110%», spiega ad ItaliaOggi Michele Lapenna, tesoriere Cni e coordinatore del gruppo di lavoro della Rpt sui compensi professionali. «Siamo partiti con queste idee per fornire delle indicazioni e per aiutare a far capire come il singolo professionista debba definire i propri compensi. È la stessa legge a rendere necessari dei chiarimenti: l’articolo 13 del dm di attuazione del superbonus stabilisce che per definire il limite massimo per le spese tecniche si debba far riferimento al dm 17 giugno 2016, che tratta la definizione dei corrispettivi per le prestazioni professionali connesse alla realizzazione di un’opera pubblica. Questo nonostante, in teoria, i rapporti dovrebbero essere tra professionisti e privati. In questi mesi abbiamo visto come la gestione di tutte le procedure sia estremamente complessa tanto da rendere questa attività del tutto assimilabile a un’opera pubblica. Abbiamo quindi spiegato come si utilizzi il decreto in relazione agli interventi da fare per ottenere il Superbonus. Non abbiamo fatto altro che tradurre quella norma e renderla immediatamente applicabile ai nostri iscritti».
Una delle problematiche più importanti che il professionista trova nella gestione del 110%, secondo il giudizio del Cni, è infatti la definizione del compenso da chiedere al cliente. Questo soprattutto nel caso che l’asseveratore sia anche l’incaricato alla progettazione e alla direzione dei lavori. In questo caso, infatti, è lo stesso professionista a dover certificare l’importo del compenso: «Molto spesso, l’asseveratore è poi il progettista e il direttore dei lavori», il commento di Lapenna. «Quindi si troverà a dover asseverare le sue spettanze professionali, situazione non proprio piacevole che potrebbe creare equivoci. Al prossimo tavolo sul Superbonus al consiglio dei lavori pubblici avanzeremo una proposta per superare questo problema: una struttura esterna, un ente o un organismo, che abbia la responsabilità di certificare i compensi professionali e valutare la loro correttezza in relazione ai parametri del dm del giugno 2016. In passato questo compito era affidato agli ordini professionali; noi siamo a disposizione con la nostra struttura per offrire un contributo, se necessario».
La base della proposta che il Cni presenterà al consiglio superiore sarà quindi il documento contenente le linee guida per i compensi pubblicate lo scorso 22 dicembre. Il documento affronta in generale la determinazione del corrispettivo per le attività legate al Superbonus. Viene poi analizzato nel dettaglio come si determina il corrispettivo per Ecobonus (ape convenzionale iniziale; progettazione e direzione dei lavori; ape convenzionale finale; asseverazione) e Sismabonus (verifica di vulnerabilità sismica; progettazione e direzione dei lavori; collaudo statico; asseverazione). Infine, viene spiegato come determinare il corrispettivo per lo studio di prefattibilità per Ecobonus e Sismabonus. Il documento contiene anche una serie di esempi di calcolo e schemi di preventivo e contratto tipo. Secondo quanto gi legge nel report, per determinare il proprio compenso, il professionista non dovrà procedere ad «una pedissequa applicazione degli esempi di calcolo, ma dovrà valutare di volta in volta quali siano la progettazione e le altre spese professionali connesse, comunque richieste dal tipo di lavori, così come previsto al punto 5 della circolare 24/E dell’Agenzia delle entrate dello scorso 8 agosto».
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