Quello che solleva Phelps è un problema che riguarda da vicino l’Italia il cui debito si aggira intorno ai 2.750 miliardi di euro con un rapporto debito/Pil stimato dall’Fmi al 150,6% nel 2022.
Un Patto di stabilità su misura
Non siamo in presenza di una catastrofe incombente, ma il periodo è difficile, dice il commissario europeo agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni dal palco del Festival dell’Economia di Trento. È chiaro che in questo contesto la riduzione del debito e il rispetto del Patto di stabilità (dopo la sua sospensione dovuta alla pandemia) torna a essere un dossier a livello europeo.
Tra le ipotesi di riforma, Gentiloni parla della possibilità di stabilire programmi diversi per singoli Paesi con «obiettivi differenziati per ridurre il debito a lungo termine. E ci potrebbe essere un accordo tra una gradualità pro crescita e l’impegno a far rispettare questo schema». Si tratta, a livello decisionale, del «metodo del Pnrr applicato al Patto di stabilità». «L’idea – ripete Paolo Gentiloni – è quindi di un piano di riduzione del debito ma tarato sul singolo Paese, con «obiettivi realistici» senza più un paletto uguale per tutti. «Io penso di essere in grado di presentare una proposta, cercando di costruire un consenso nel collegio della Commissione Ue e poi tra i Paesi membri, dopo l’estate».
La crisi non si vede
Debito e Pil sono strettamente connessi e il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta si dice ottimista a proposito del secondo parametro. «Lo dico: la crisi economica non c’è. Il Pil del primo trimestre è pari allo 0,1 per cento. Se anche il prossimo trimestre sarà ancora positivo andremo verso un +3 per cento sull’anno». Per Brunetta, una crescita «attorno al 3% la possiamo dare molto probabile. Prima della guerra era al 4,5%, vuol dire che l’Italia è resiliente, flessibile e la manifattura continua a produrre».
A proposito di inflazione, per il ministro per la Pubblica amministrazione «chi vuole tornare alla scala mobile (adeguamento automatico dei salari all’inflazione, ndr) dice una stupidaggine, i lavoratori si tutelano con i contratti, con il welfare, con una buona Pa, con investimenti in capitale umano…». A poche ore di distanza dal voto con il quale la Germania ha deciso di alzare il salario minimo da 9,82 euro a 12 euro a partire da ottobre, Brunetta si dice invece contrario all’introduzione di questa misura: «Non va bene il salario minimo per legge, è contro la nostra storia di relazioni industriali e sindacali, poi dobbiamo pensare a tutelare meglio i più deboli».
Source: ilsole24ore.com
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