Abusi edilizi: l’intervento va valutato nel suo complesso
Il pregiudizio arrecato ai luoghi non deriva dai lavori presi separatamente, ma dall’impatto generato dalle opere nel loro complesso
Il pregiudizio arrecato ai luoghi non deriva dai lavori presi separatamente, ma dall’impatto generato dalle opere nel loro complesso
Il cambio di destinazione d'uso senza trasformazione del manufatto non rientra fra gli interventi di ristrutturazione edilizia per i quali non è ammessa la sanatoria
Illegittimo il diniego tardivo opposto da un'Amministrazione su lavori non conformi alla normativa edilizia. Unico rimedio, l'annullamento in autotutela
No alla presentazione di più istanze di sanatoria edilizia finalizzate a eludere il limite volumetrico imposto dalla normativa condonistica
Il TAR ricorda le condizioni più stringenti imposte dalla legge n. 326/2003 rispetto alle normative precedenti. Vediamo di cosa si tratta
Insanabili gli abusi commessi su un unico edificio e "divisi" per rientrare nei limiti di cubatura previsti dalla normativa, tanto più se in area vincolata
Modificare l'opera abusiva per rendere conforme alla disciplina condonistica ciò che certamente non lo sarebbe stato, costituisce indebito aggiramento delle norme
Cosa prevede l'art. 36 del Testo Unico Edilizia Quali abusi è possibile sanare e quali no? Ne parla il TAR in una recente sentenza
La perentorietà del termine per utilizzare il soccorso istruttorio e la sua intrinseca ragionevolezza sono legate alle esigenze di celerità delle procedure di pubblici appalti
Le condizioni previste dalla legge n. 326/2003 sono più stringenti rispetto a quanto stabilito dalla precedente normativa in materia. Vediamo perché