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«TANTI MATERIALI SONO DIVENTATI INTROVABILI PROBLEMI CON LE BANCHE» – Corriere Adriatico

L’EMERGENZA
MACERATA Tempi per completare i lavori troppo brevi, l’aumento del costo delle materie prime che a volte sono anche difficilmente reperibili, la lentezza della fase di progettazione dovuta alla difficoltà di accesso agli atti comunali, i professionisti sommersi di richieste cui non riescono a far fronte. Neppure le ultime semplificazioni relative al Superbonus 110% inserite nel decreto approvato recentemente dal Governo sono riuscite a chiarire tutti i dubbi.
La posizione
«Le procedure sono state definite sia sul sisma ecobonus che sommato al 110% – afferma Carlo Resparambia, presidente Ance Macerata -. Ci sarebbero le condizioni per poter usare questo strumento; ci vediamo però nell’impossibilità di dare seguito a queste procedure perché ci sono due problemi che lo impediscono: la scadenza al 31 dicembre 2021 dei lavori con proroga a fine 2022 sempre che queste proroghe vengano poi ratificate tramite la legge Finanziaria del governo. Ci vogliono tre anni per decidere se adottare uno strumento e poi si concede un anno e mezzo per effettuare i lavori. Poi c’è il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura, che scade a fine di quest’anno, che se non venisse prorogato ne limiterebbe moltissimo l’uso». L’altro aspetto che frena il Superbonus 110% è il vertiginoso aumento dei prezzi delle materie prime a volte addirittura introvabili. «Oltre agli aumenti l’emergenza sta nell’irreperibilità dei materiali sottolinea ancora Resparambia – che sia un cappotto termico o un infisso, non si trova. Ci sono limitazioni fortissime che portano alcune aziende a rinunciare ai contratti già firmati con relativo pagamento delle penali. Si preferisce quindi non affrontare il lavoro che andare avanti senza la certezza di poterlo concludere».
La segnalazione
«Un grosso distributore di zona – continua Resparambia – ha scritto alle imprese edili avvertendo che non ha disponibilità di materiali, tutti gli ordini vengono annullati e quando verrà di nuovo rifornito, le ditte dovranno contrattare un nuovo prezzo col fornitore. Il Superbonus 110%, se dovesse diventare strutturale nel tempo senza scadenze così ravvicinate, potrebbe davvero diventare un volano per la ripresa di tutto il Paese». Confartigianato Imprese punta il dito sulla lentezza delle procedure dovute anche alla carenza di professionisti del settore. «L’interesse è grande per questo strumento sottolinea Stefano Foresi, responsabile del settore edilizia – con tante pratiche ferme perché non è facile trovare le imprese e mancano figure chiave difficilissime da reperire come ingegneri termoidraulici e termotecnici. Tanto che alcuni Ordini professionali si stanno organizzando per riqualificare queste figure».
La questione
«L’altro aspetto – spiega Foresi – è legato alla paura del prolungamento dei tempi per realizzare le opere: tanti stanno tergiversando perché attendono settembre sperando che ci sia una proroga fino al 2023. Se i lavori di adeguamento energetico sono fattibili in tempi ravvicinati, quelli di demolizione e ricostruzione sono molto più complessi. Anche perché al momento non si sa dove conferire le macerie. L’ultimo aspetto è quello bancario: poche le aziende che accettano lo sconto in fattura. Ci sono costi che il privato e le imprese non vogliono sostenere, come il prestito ponte. Come Confartigianato abbiamo uno sportello telematico al quale hanno aderito oltre 200 aziende edili e un centinaio di professionisti a cui ci si può rivolgere. Il paradosso è che di lavoro ce ne è tanto al punto che professionisti e aziende non sono in grado di rispondere a una richiesta tanto elevata». Aumento dei prezzi, problemi di manodopera e difficoltà di accesso agli atti nei Comuni sono aspetti su cui si sofferma Ndricim Popa, responsabile edilizia di Cna. «L’adeguamento del prezzario è uno degli ostacoli dovuti all’aumento enorme dei prezzi dei materiali ribadisce Popa – al quale si affianca la lentezza per l’accesso agli atti che in media è di 2/3 mesi: per fare la pratica ci vogliono almeno 4 mesi e poi ci si chiede in un anno di fare i lavori: è impossibile. Senza digitalizzazione degli uffici comunali non si va avanti. Resta infine il fatto che non troviamo manodopera, un problema che non consente di prendere più lavori».
Mauro Giustozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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