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Terremoto a Firenze, i geologi: «Non dimentichiamo le scosse mortali che fecero vittime a Grassina e Lappeggi» – Il Tirreno

In Provincia di Firenze la terra continua a tremare. Paura tra i cittadini, molti dei quali hanno passato la notte in strada e in auto

La notizia positiva è che non si registrano danni. Una decina di sopralluoghi in scuole superiori a Firenze – nella giornata di venerdì 13 maggio – hanno escluso conseguenze agli edifici dopo l’ultimo terremoto. Lo si apprende da Massimo Fratini, consigliere delegato per la Città Metropolitana di Firenze per l’edilizia scolastica e la protezione civile. La ricognizione degli edifici è stata fatta in raccordo coi dirigenti scolastici ma non sono state rilevate criticità.

Intanto, prosegue la sequenza sismica nel Chianti fiorentino che per fortuna non ha provocato danni a persone o cose, ma desta comunque preoccupazione nelle persone che abitano nella zona dell’epicentro e nelle aree limitrofe. La scossa più forte è stata avvertita nella serata di giovedì 12 maggio, con magnitudo 3.7 ed epicentro nella zona di Impruneta. «Rassicurare la cittadinanza non è compito facile per amministratori e tecnici poiché l’incognita principale, vale a dire quale potrà essere l’evoluzione di questa sequenza, è lungi dall’essere risolta – commenta Riccardo Martelli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana -. Ci affidiamo così ai dati oggi in nostro possesso, che ci dicono che in questa zona possono verificarsi fenomeni come quello che ha movimentato la serata di giovedì 12 maggio e il pomeriggio del 3 maggio. Fenomeni che per fortuna non hanno provocato danni, ma che in passato, con magnitudo maggiori, sono stati causa di crolli e perdite di vite umane nella zona di Grassina e Lappeggi».

A rassicurare c’è la ragionevole certezza che i luoghi in cui abitiamo sono sicuri. «Le misure varate dallo Stato per il miglioramento e l’adeguamento sismico degli edifici vanno nella direzione giusta, ma hanno un orizzonte limitato, poiché danno luogo ad interventi isolati, non supportati cioè da una programmazione ragionata – spiega Martelli -. Nel corso del 2020 l’Ordine dei Geologi della Toscana ha promosso presso il Senato della Repubblica un emendamento per modificare la norma sul sismabonus, al fine di introdurre la possibilità di sostenere le attività di analisi di vulnerabilità sismica degli edifici. Una misura che consentirebbe una programmazione delle attività di messa in sicurezza dei fabbricati dei prossimi anni, perché la gran parte dell’edificato che abbiamo intorno non è in linea con le norme oggi vigenti. Questo è ciò che noi chiamiamo prevenzione rispetto ad un fenomeno che continua a renderci deboli e vulnerabili».

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