Terremoto a Catania. Epicentro a mare. Entità moderata. “Meno male”: è il pensiero che accomuna tutti, impreparati a quel vuoto che si apre sotto i piedi quando la terra trema. Secondi di terrore che scuotono nuovamente il sistema. Un sistema ancora troppo fragile e impreparato, che mostra i nervi scoperti, che percuote le coscienze, mettendoci di fronte alla vulnerabilità di tutti. È da anni che architetti, costruttori, ingegneri etnei, sventolano quell’ipotetica fotografia catastrofica, puntando i riflettori sulla prevenzione. Studi, analisi, monitoraggi, convegni, conferenze stampa. Parole che fanno giri in lungo e largo: attraversano gli uffici, percorrono i corridoi politici, bussano alle porte istituzionali, ma si fermano sempre davanti a quel passaggio fondamentale che separa il “dire” dal “fare”. Aspettando risposte concrete. Leggi e indirizzi normativi chiari, snelli, incentivanti: uniche vie d’uscita per superare l’emergenza. Davanti allo stato dei fatti, da Catania si alza nuovamente un grido d’allarme.
Ance: “Prevenzione e gestione del rischio le priorità”
“Continuiamo a ribadire
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