Con il crescente interesse verso la bioedilizia e l’architettura sostenibile, anche in Italia vengono realizzati sempre più spesso i tetti verdi (o green roof o ancora tetti giardino).
I vantaggi del tetto verde
Questa soluzione edilizia consente di ottenere numerosi benefici, soprattutto in termini di sostenibilità ambientale. Tra i più rilevanti, ricordiamo un migliore isolamento termico dell’edificio, che ha come effetto positivo un risparmio energetico minimo del 10%; la mitigazione del microclima, la crescita e la preservazione di biodiversità (anche in aree degradate). E ancora: la riduzione dell’inquinamento atmosferico (la vegetazione contribuisce a trattenere le polveri inquinanti) e sonoro, un miglior rendimento dei pannelli fotovoltaici in copertura. Un tetto verde, poi, garantisce anche una durata più lunga agli strati di impermeabilizzazione, in quanto il verde li protegge dagli agenti atmosferici. Un green roof trattiene l’acqua piovana, rilasciandola più lentamente verso il sistema fognario, in modo da alleggerire le canalizzazioni di scarico. Un tetto verde, dunque, contribuisce a ridurre il rischio di allagamenti nel caso di piogge intense. C’è infine chi sfrutta parte dello spazio disponibile per creare e coltivare degli orti urbani, con ulteriori vantaggi per la salute e l’ambiente (ortaggi a km zero, occasioni di socializzazione, ecc.).
Caratteristiche principali
Tecnicamente il tetto verde consiste nell’inverdire all’estradosso il solaio di copertura. La stratigrafia – cioè la sovrapposizione di vari strati, ciascuno con una funzione ben precisa – prevede alcuni elementi indispensabili per qualsiasi soluzione e può essere realizzata sia su tetti orizzontali che inclinati, con una pendenza massima del 35%. Per avere un green roof efficiente è necessario che l’intervento assicuri un ottimo drenaggio delle acque meteoriche e un habitat ideale per la crescita e il mantenimento della vegetazione, senza costi e interventi eccessivi per la manutenzione.
Tetto verde intensivo
Il tetto verde può essere intensivo o estensivo. Il green roof intensivo è calpestabile e per la sua realizzazione necessita di una superficie piana. Va curato come se fosse un giardino. Sul tetto verde intensivo è possibile allestire un orto fino alla zona di seduta all’ombra, con degli alberi sempreverdi. Per le frequenti opere di manutenzione è necessario un giardiniere. Bisogna infatti irrigare, potare, sfalciare, concimare, ecc. Lo spessore della terra, incluso lo strato drenante, è di solito compreso tra i 20 e i 50 cm. Chi desidera piantare sul tetto alberi e arbusti più esigenti, dovrà allestire uno strato di terreno più spesso, fino a un metro e mezzo.
Tetto verde estensivo
Il tetto verde estensivo, invece, non è calpestabile e può essere realizzato sia su superfici inclinate che su superfici piane. È più adatto alle coperture di grandi dimensioni – il più delle volte si tratta di un semplice rivestimento in erba – e si presta bene come copertura per i tetti difficilmente accessibili. Per avere un tetto verde estensivo autosufficiente, che quindi non necessiti di manutenzione, sono necessari all’incirca uno o due anni dalla realizzazione e dalla messa a dimora delle piante. In genere non richiede irrigazione e quando si parla di manutenzione si tratta di uno-due interventi all’anno. Per ridurre al minimo gli interventi, si impiegano specie vegetali dallo sviluppo contenuto e con basse esigenze colturali. Tra le specie più usate ci sono: album, floriferrum, cauticolum, sexangulare, hybridum, reflexum, spurium. Appartengono tutte al genere Sedum (piante succulente e rustiche). Lo spessore di un tetto verde estensivo in genere misura tra i 15 e i 20 cm.
Normativa, costi e detrazioni
In Italia la normativa di riferimento è la UNI 11235, che definisce i criteri di progettazione, esecuzione e manutenzione di coperture continue a verde, in base alle particolari situazioni di contesto climatico, edilizio e destinazione di utilizzo. Prima di intervenire, è necessario informarsi su cosa prevedono i regolamenti urbanistici e condominiali in materia, in modo da realizzare un tetto verde con tutte le necessarie autorizzazioni. Il costo di una semplice copertura verde si aggira sui 70 euro per metro quadro, mentre può superare i 100 qualora si preveda l’impiego di piante o tecnologie particolari. Se si sceglie un tetto verde intensivo con orto, il valore dell’intero immobile può aumentare anche del 20%. Il Bonus Giardino 2021 (o bonus verde) prevede incentivi anche per i tetti verdi, con una detrazione del 36% sulle spese ammissibili, fino ad un massimo di 5.000 euro. Le spese ammissibili includono anche la fase di progettazione e l’acquisto dei materiali. Si può inoltre usufruire dell’ecobonus, quindi con detrazioni maggiori, se la realizzazione del tetto verde comporta un notevole risparmio energetico.
Come realizzare un tetto verde
Come è fatta la stratigrafia di un tetto verde? Il solaio di copertura può essere realizzato con diversi materiali edilizi, anche se in genere è costituito da laterocemento. La superficie da coprire dovrà poi essere trattata con un primer bituminoso, cioè con una sostanza in grado di penetrare nelle porosità del tetto per bloccare le polveri e favorire l’adesione degli strati successivi. Gli strati isolanti sono due: la barriera al vapore e lo strato termoisolante. È importante anche la membrana anti-radice, che blocca un eventuale attraversamento delle radici negli strati sottostanti. Lo strato drenante serve a gestire l’acqua piovana. C’è infine il substrato di coltura, che termina con la vegetazione superficiale.
Il progetto Clever Cities
È attualmente in corso un interessante progetto europeo che riguarda le soluzioni verdi innovative, inclusi i green roof. Si tratta di Clever Cities, progetto finanziato dal programma di ricerca Horizon 2020 (Demonstrating innovative nature-based solutions in cities), della durata di cinque anni (dal 2018 al 2023). L’obiettivo è promuovere e sperimentare infrastrutture verdi e soluzioni naturalistiche innovative, anche in Italia, più precisamente a Milano. Il capoluogo lombardo, con Londra e Amburgo, rientra infatti tra le città capofila del progetto.
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