Aumento di almeno 10 punti percentuali del ricorso a sistemi di mobilità sostenibile e calo del tasso di motorizzazione; riduzione della congestione nelle principali aree urbane; dimezzamento del divario territoriale in termini di accessibilità, efficienza e qualità del trasporto pubblico; miglioramento dell`accesso ai mezzi pubblici e della soddisfazione dell`utenza; sostituzione totale degli autobus di classe inferiore a Euro 5 e transizione verso veicoli a emissioni zero, in linea con gli impegni di decarbonizzazione del settore; riduzione delle emissioni di gas climalteranti e di inquinamento dell`aria; diffusione dell`approccio Mobility as a Service (MaaS). Sono questi i principali obiettivi strategici da conseguire entro il 2030 per rendere la mobilità locale sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale indicati nel Rapporto “Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile”, realizzato dagli esperti del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e presentato oggi nel corso di un evento online. “E` necessario stimolare l`uso del trasporto pubblico, ancora molto basso soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree suburbane e periurbane dove la qualità del servizio è insoddisfacente e c`è una maggiore propensione a ricorrere all`auto privata”, dichiara il ministro Enrico Giovannini. “Una recente indagine dell`Istat mostra segnali di un`inversione di tendenza e bisogna cogliere il momento. E` perciò necessario stimolare la domanda di mobilità sostenibile, come il Governo ha fatto di recente introducendo il bonus sugli abbonamenti, disincentivare l`uso dell`auto e creare piattaforme digitali per facilitare la pianificazione degli spostamenti e la scelta dei mezzi anche in base alle emissioni inquinanti e climalteranti prodotte. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la legge di Bilancio 2022 e il Fondo Sviluppo e Coesione mettono a disposizione risorse per migliorare in modo significativo il sistema di mobilità locale, ma è necessario rivedere anche la regolazione del settore”.
Il Rapporto del Mims, realizzato sulla base di dati statistici raccolti da diverse fonti (tra cui, Istat, Eurostat, Eurobarometro, Isfort, Asstra, Osservatorio sul Tpl Mims, ministero dell`Interno), descrive una situazione caratterizzata da una bassa domanda di mobilità urbana sostenibile nelle grandi città italiane, in particolare Roma, Palermo e Torino, ancora molto congestionate nel confronto con città europee di pari dimensioni, a causa dell`elevato tasso di motorizzazione. Inoltre, la qualità del servizio pubblico locale è piuttosto bassa, in particolare in alcune regioni del Centro e del Mezzogiorno. Collegamenti scarsi, vetustà del parco mezzi e basso livello di digitalizzazione dei servizi sono alcune delle criticità evidenziate nel Rapporto, che sottolinea anche come, sebbene in crescita, la mobilità condivisa e quella ciclabile presentino ancora forti ritardi rispetto ad alcune realtà europee. “Per conseguire una mobilità locale che sia sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale è necessario poter misurare le diverse dimensioni con indicatori che consentano di monitorare il cambiamento nella governance, nella programmazione, negli investimenti, nell`innovazione tecnologica e nella gestione del servizio”, prosegue il ministro. “Fissare obiettivi quantitativi può servire alle istituzioni e agli operatori pubblici e privati a identificare le azioni più efficaci per ridurre le disuguaglianze territoriali e le distanze con gli altri paesi europei”. Tra gli strumenti per raggiungere gli obiettivi indicati, il Rapporto distingue quelli per stimolare la domanda e quelli che mirano a rendere più efficiente e sostenibile l`offerta. I primi includono incentivi (monetari e non) per favorire il ricorso al trasporto pubblico locale o altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi (monetari e non) all`utilizzo del mezzo privato, campagne di comunicazione e altre misure che possono incidere sui comportamenti individuali, non ultima la sensibilizzazione sulle esternalità negative causate dall`uso dell`auto privata e sui benefici prodotti dalla scelta di mezzi di mobilità sostenibile, l`uso di strumenti di pianificazione che evitino picchi di congestione della viabilità. Sul lato dell`offerta di mobilità, gli strumenti comprendono maggiori finanziamenti al Traporto Pubblico Locale, investimenti infrastrutturali (tram, metropolitane e ferrovie urbane) per aumentare l`offerta di modalità su ferro, nodi di trasporto rafforzati per favorire l`intermodalità, ciclovie e percorsi ciclopedonali, sostituzione dei mezzi più inquinanti con quelli elettrici o a idrogeno, interventi per integrare, anche grazie a piattaforme digitali, i servizi di mobilità a livello locale, miglioramento della regolamentazione, rafforzamento del ruolo del mobility manager, miglioramento delle modalità di affidamento e di gestione del servizio. Tra le iniziative del Mims in tema di investimenti per lo sviluppo della mobilità sostenibile, il ministro Giovannini ha ricordato come il Pnrr, Piano Complementare, la Legge di Bilancio 2022 e il Fondo Sviluppo e Coesione 21-27, prevedano investimenti totali per il trasporto rapido di massa pari a 8,7 miliardi di euro. Il PNRR e Piano Complementare prevedono inoltre 3 miliardi per autobus green urbani ed extraurbani, 600 milioni per nuovi treni TPL, 200 milioni per la costruzione di piste ciclabili nei centri urbani e 40 milioni per le sperimentazioni di Mobility as a Service. Riguardo le attività di ricerca e proposta di politiche istituzionali sul tema, il Mims ha rilanciato e potenziato l`Osservatorio sul Tpl, pubblicato il Rapporto sulla Decarbonizzazione dei trasporti, è di prossima uscita il Piano Nazionale Mobilità Ciclistica e si sta lavorando al nuovo Piano generale dei trasporti e della logistica.
Dal Rapporto del Mims emerge anche che è Roma la città più congestionata d’Italia. Secondo i dati di Inrix, società specializzata nell`analisi dei flussi di traffico nel 2019 la Capitale era la città italiana più congestionata, con 166 ore annuali perse nel traffico per automobilista, seguita da Palermo e Torino. Tali valori sono elevati anche nel confronto internazionale: le tre città avevano tempi di spostamento doppi rispetto a città dell`Europa occidentale aventi una dimensione simile. Sebbene in termini relativamente più contenuti, la maggiore congestione rispetto a città europee simili caratterizza quasi tutte le principali città italiane.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.