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Trenta miliardi e tagli al fisco. Ecco la manovra – La Repubblica

ECCO le principali misure che il premier Mario Draghi e il ministro Daniele Franco (Economia) hanno presentato in conferenza stampa.

Un anno a Quota 102, poi il contributivo. Ape sociale rinnovata

L’erede di Quota 100 sarà dunque Quota 102: nel 2022 e solo per un anno potrà andare in pensione chi ha almeno 64 anni e 38 di contributi. In legge di Bilancio – per la verità – non si cita mai l’espressione “Quota 102”, ma solo la combinazione di età e contributi. Il premier Draghi non ama le Quote e ieri l’ha detto in modo chiaro: «Bisogna tornare al contributivo, vedremo a quale età e con quale flessibilità, come recuperare i pensionati che lavorano in nero e correggere le pensioni squilibrate dei giovani».  In manovra entra anche un fondo chiesto e ottenuto dalla Lega e che sarà gestito dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: 200 milioni all’anno per il triennio 2022-2024. Servirà a garantire «un’uscita anticipata» ai lavoratori delle piccole e medie imprese in crisi «dai 62 anni», senza nessun vincolo contributivo. Più che una pensione sembra un’indennità.  Viene poi rinnovata l’Ape sociale per un altro anno e allargata ad altre 8 mansioni di lavori gravosi, come gli insegnanti delle elementari (quelli della materna c’erano già), i magazzinieri, le estetiste, i portantini, i giardinieri, i lavoratori delle pulizie, i conduttori di veicoli, macchinari mobili e sollevamento. Viene poi eliminato il requisito di accesso all’Ape dei tre mesi dalla fine della Naspi, il sussidio di disoccupazione. Il pacchetto vale 141 milioni nel 2022 (si sale a 275 milioni nel 2023, per poi scendere negli anni successivi).  Rinnovo di un altro anno anche per Opzione Donna, ma l’età di uscita viene alzata: potranno accedere le donne che entro il 2021 compiono 60 anni (se lavoratrici dipendenti) o 61 anni (se autonome) e hanno 35 anni di contributi. In questo caso il costo per lo Stato è solo un anticipo di cassa, perché la misura si autofinanzia grazie al ricalcolo di tutto l’assegno col contributivo e un taglio, stimato da Inps, del 33%. Ricalcolo che il premier Draghi vedrebbe come condizione per discutere di flessibilità in uscita per tutti e garantire al tempo stesso la sostenibilità dei conti pubblici. Viene infine allargato il contratto di espansione anche alle imprese dai 50 dipendenti in su (oggi è 100): possono prepensionare fino a 5 anni prima in cambio di assunzioni.

Reddito di cittadinanza. Risorse strutturali, ma i controlli saranno più severi

Il Reddito di cittadinanza viene rifinanziato, in modo strutturale e dunque per sempre, con oltre un miliardo all’anno a partire dal 2022, così «da allineare l’importo all’esborso del 2021», spiega il ministro dell’Economia Daniele Franco, pari a 8,8 miliardi. Vengono inaspriti i controlli ex ante e reso più stringente il legame con il lavoro, per coloro che sono “occupabili”. L’assegno calerà di 5 euro al mese a partire dal sesto mese, come avviene al ritmo del 3% per Naspi e Discoll, i sussidi di disoccupazione. Nel caso del Reddito il taglio è più leggero: l’1% del beneficio economico massimo per un single, pari a 500 euro mensili. La riduzione non viene applicata alle famiglie in cui tutti i componenti sono inoccupabili o fino a quando c’è un componente sotto i tre anni, con disabilità grave o non autosufficiente. In ogni caso l’assegno non scenderà mai sotto i 300 euro al mese (per un single, da moltiplicare per la scala di equivalenza) e quelli da 300 euro non saranno toccati. Il taglio viene sospeso se il beneficiario inizia a lavorare. Riprende quando perde il posto. Il Reddito decade se il beneficiario non si presenta al Centro per l’impiego, quando convocato. E al secondo rifiuto di un’offerta di lavoro (non più dopo tre, come oggi) che può essere anche a tempo determinato, a 80 chilometri da casa, a part-time, in somministrazione (ma non sotto i tre mesi) e ovunque in Italia (solo contratti stabili). «Condivido lo spirito del Reddito, ma senza abusi e senza disincentivare il lavoro in bianco», ha detto ieri il premier Draghi. La stretta sui controlli va in questa direzione, fino all’ipotesi di elaborare un Reddito di cittadinanza precompilato, come il 730. Vengono ampliati i reati per i quali scatta l’immediata revoca. Gli elenchi dei beneficiari attuali saranno inviati al ministero della Giustizia per la verifica della presenza di condannati definitivi. Non ci sarà più bisogno di firmare la dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare presso i Centri per l’impiego, perché sarà contestuale alla domanda di Reddito: senza, la domanda è improcedibile. I Comuni dovranno fare controlli anagrafici, di residenza e soggiorno, preventivi e successivi entro 90 giorni. Se non lo fanno, rischiano il danno erariale. 

Aziende. Aiuti per comprare software. Svolta ambientale

Le imprese beneficeranno di aiuti per 1,5 miliardi. Più in dettaglio, la manovra stanzia 180 milioni — «per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026» — per rifinanziare la Nuova Sabatini, la legge che aiuta le piccole e medie imprese a comprare macchinari 4.0, oltre a programmi hardware e software in grado di aumentarne la competitività. Esonero contributivo per i privati che assumono lavoratori subordinati, indipendentemente dall’età, in arrivo da imprese in crisi. Il nuovo Fondo per la transizione industriale avrà 150 milioni a partire dal 2022. Garantirà agevolazioni alle imprese che operano in settori ad alta intensità energetica, che realizzeranno investimenti per l’efficientamento energetico, che riutilizzeranno materie prime e riciclate.

Edilizia. l Superbonus resta ma scende al 70% a partire dal 2024

Prorogato il Superbonus del 110% per il 2023. La detrazione scenderà al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Confermata l’estensione per il 2022 alle prime case unifamiliari solo di chi presenta Isee non superiore a 25 mila euro. La detrazione al 110% spetterà per tutto il 2022 se la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) risulta presentata entro il 30 settembre 2021. Gli interventi di Iacp e cooperative sono beneficiari della detrazione al 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 nel caso — al 30 giugno 2023 — siano stati effettuati lavori per almeno il 60%. Stanziati 15 miliardi a copertura del nuovo meccanismo del superbonus. Proroga fino al 2024 del bonus mobili ed elettrodomestici. Cala il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione del 50%: 5mila euro. Il bonus facciate esteso al 2022 ma scende al 60%. 

Imposte. Più soldi in busta. Riviste le detrazioni. Plastic tax rinviata

Stanziati 8 miliardi di euro per alleggerire le tasse che pesano sulle persone fisiche e le imprese. Irpef e Irap, dunque, saranno tagliate. Ma il governo, per il momento, si limita a promettere genericamente la riduzione delle aliquote e la revisione delle detrazioni. Durante il dibattito parlamentare, Palazzo Chigi presenterà un emendamento che deciderà per davvero come ridurre. Nel calcolo della riduzione del peso del fisco il governo inserisce la cancellazione dell’aggio per 990 milioni (sono le spese di riscossione reclamate da Equitalia), il rinvio di sugar e plastic tax, l’Iva al 10% per la tampon tax, gli incentivi per casa e imprese, e i 2 miliardi contro il caro-bollette (che serviranno solo per il primo trimestre del 2021 e potrebbero tradursi in una sforbiciata delle aliquote Iva). In tutto 12 miliardi.

Ammortizzatori. Cig, la copertura viene allargata alle piccole imprese

La riforma degli ammortizzatori, inserita in legge di Bilancio, introduce l’ammortizzatore universale per tutte le imprese e tutti i lavoratori: 13 settimane (imprese da 1 a 5 dipendenti), 26 settimane (6-15 dipendenti), 52 settimane (sopra i 15 dipendenti). Chi oggi non paga, come le imprese sotto i 5 dipendenti verserà lo 0,5% per ogni busta paga. Le imprese tra 6-15 dipendenti salgono da 0,45 a 0,80%. Quelle tra 16 e 50 dipendenti salgono da 0,65% a 0,80% e dovranno versare un altro 0,90% in più per accedere anche alla CigS, la Cassa straordinaria. Nel primo anno – il 2022 – tutte queste aliquote sono scontate, grazie a una copertura parziale dello Stato. In manovra ci sono 3 miliardi, ma il ministro del Lavoro Andrea Orlando parla di «saldo netto» per la riforma pari a 4,5 miliardi. 

Il Ssn può stabilizzare precari assunti per Covid

Gli enti del Servizio Sanitario Nazionale vengono autorizzati a stabilizzare il personale assunto a tempo determinato durante l’emergenza.

Giovani. Incentivi sugli affitti degli under 30. Risorse per i Neet

Arrivano agevolazioni sugli affitti per tutti i giovani, in un’età compresa fra i 20 e i 31 anni non compiuti, con un reddito complessivo non superiore a 15.493 euro. Qualora stipulino un contratto di locazione per un appartamento di una o più stanze da destinare a propria abitazione principale, sempre che la stessa sia diversa da quella dei genitori, viene riconosciuta per i primi quattro anni «una detrazione dall’imposta lorda pari al 20 per cento dell’affitto entro il limite massimo di 2.400 euro di detrazione». Salta il tetto dell’Isee di 25mila euro per accedere al bonus culturale per i 18enni. Ai centri dell’impiego vengono destinati anche 20 milioni dedicati alle attività connesse all’attuazione delle politiche attive del lavoro in favore dei Neet: i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni non occupati né inseriti in un percorso di studio.

Donne. Contributi scontati quando le mamme tornano al lavoro

Per le mamme è previsto lo sconto del 50% dei contributi quando rientrano al lavoro dopo la maternità. Il congedo obbligatorio per i papà viene stabilizzato a 10 giorni (che possono essere utilizzati entro 5 mesi dalla nascita del figlio). Al fondo per la parità salariale in origine venivano destinati 2 milioni di euro annui, mentre a decorrere dal 2022 tali risorse, grazie alla manovra, saliranno a 52 milioni. Questi fondi andranno «al sostegno della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, anche attraverso la definizione di procedure per l’acquisizione, da parte delle imprese pubbliche e private, di una certificazione della parità di genere cui siano connessi benefici contributivi a favore del datore di lavoro»..

Bollette luce e gas, in arrivo 2 miliardi contro gli aumenti

Arrivano altri 2 miliardi per «contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale nel primo trimestre 2022». Lo prevede la manovra approvata dal Consiglio dei ministri. Con queste risorse «l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente provvede a ridurre le aliquote relative agli oneri generali di sistema». La crisi energetica è in corso da mesi. Il governo a giugno era intervenuto con 1,2 miliardi e a fine settembre con 3,5 miliardi. Gli aumenti dal primo ottobre sono stati “sterilizzati” al 29,8% per quanto riguarda l’elettricità e al 14,4 per il gas. Con un successivo provvedimento il governo dovrebbe anche ridurre le tariffe in modo strutturale, con il possibile passaggio di alcune voce alla fiscalità generale.

Cultura. Supporto al cinema, stimoli per lavorare nei piccoli borghi

Risorse per oltre 1 miliardo di euro alla cultura e allo spettacolo. Beneficiari il settore del cinema, le biblioteche e gli archivi, le fondazioni liriche, l’editoria, ma anche i piccoli borghi. La manovra incrementa a 750 milioni annui il Fondo per il cinema e introduce per i lavoratori dello spettacolo il Fet (Fondo economico temporaneo) con una dotazione di 20 milioni per il 2022 e 40 milioni annui dal 2023. Per le fondazioni liriche è istituito un nuovo fondo con 100 milioni per il 2022 e 50 per il 2023. Venti milioni per contrastare la desertificazione dei borghi. Finanzieranno sgravi fiscali e facilitazioni ai piccoli commercianti e gli artigiani che iniziano, proseguono o trasferiscono la loro attività in centri delle aree interne del Paese con popolazione fino a 500 abitanti.

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