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Turisti a caccia delle colonnine per ricaricare l’auto elettrica – latinaoggi.eu

Non saranno ancora assetati di energia quanto coloro che si aggirano per le città ingolfate di auto alla disperata ricerca di un parcheggio in una grande metropoli, ma di proprietari di auto elettriche o ibride ormai cominciano ad essercene parecchi. Tra un incentivo e un ecobonus legato all’automotive, prima o poi ci si arriva. Lo sanno piuttosto bene i gestori di attività turistico-ricettive, che sono di solito il primo approdo alla fantomatica domanda: «Scusi, sa dove posso ricaricare la mia auto elettrica?». Lungo la costa pontina, da Sabaudia a Sperlonga, c’è ben poca scelta.
A macchia di leopardo
Il territorio è piuttosto sguarnito. Le tante App che chi guida vetture elettriche ormai maneggia con frequenza sul telefonino, dicono tutte la stessa cosa: qualche colonnina qua, qualche altra là, a volte niente. Salvando qualche eccezione, bisogna arrivare a Latina o ad Aprila, a nord, e a Gaeta, a sud della provincia per cominciare a vedere dei numeri. Un vero “gap”, per una zona di grande attrazione turistica, che si popola di migliaia di persone che, visti i tanti incentivi e gli indirizzi del Pnrr, domani o dopodomani potrebbero cominciare a scegliere la località della vacanza anche basandosi sulla presenza di ricariche. Anzi, più di qualcuno già lo fa.
I numeri
Terracina, il centro rivierasco più grande, conta solo due colonnine di ricarica sul suo territorio. E sono private. Ce le ha il camping Le Palme Village, che solo questa settimana ospita tre auto elettriche, ci dice il titolare Ubaldo Fusco. Tra Sabaudia e San Felice Circeo, vero fulcro della villeggiatura per l’area romana, risultano due colonnine nella città delle dune (che però in parte risolve con la vicinanza a Latina, che ne ha 12, e Pontinia, che ne ha 2), altre due nel centro del promontorio di Circe. Fa meglio Sperlonga, che da sola ne ha tre. Chi è da quelle parti può però affidarsi alle 12 colonnine di ricarica presenti a Gaeta. A Fondi, invece, ne risulta soltanto una.
Un servizio in meno
Sono comunque poche. Se si calcola che l’attesa per la ricarica di un’auto elettrica è piuttosto variabile, mettersi a fare la fila può vuoler dire stare ore in attesa. E di fronte a un aumento a cadenza annuale di auto elettriche di proprietà, l’infrastruttura diviene indispensabile. Ricaricare l’auto da un’infrastruttura efficiente consente di risparmiare tempo e denaro. Niente a che vedere con le tante ore necessarie se ci si attacca in un garage domestico. Ma non solo. C’è, si diceva, il fattore attrattivo per le località turistiche, diventa però disincentivo in caso di carenza. Perché chi ha un’auto elettrica sceglie la località in base alla presenza di infrastrutture. Dovrebbe essere interesse delle strutture di accoglienza dotarsene, ma, come al solito, il vero ruolo ce lo ha l’amministratore pubblico a tutti i livelli. Anche considerato il numero di strade a lunga percorrenza presenti sul territorio, il sistema di trasporti, le stazioni ferroviarie, le industrie e il commercio.
E invece, a parte qualche convenzione a livello comunale con qualche società del settore, di un vero e proprio piano strategico territoriale non si parla. E il turista o il viaggiatore che arriva nel pontino brancola nel buio più totale. Colonnine col contagocce, poche indicazioni su accessi nelle Ztl, ancor meno se c’è o meno uno sconto parcheggio. La strada da fare è ancora lunga. Con l’auto elettrica, anche di più.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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