Ci sono buone notizie sui bonus casa, perché quasi tutti quelli già attivi sono stati riconfermati per il 2022. Il documento programmatico di Bilancio, approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri in vista della legge di Bilancio e inviato a Bruxelles, proroga quasi tutte le agevolazioni fiscali relative ai lavori domestici: bonus ristrutturazioni, bonus mobili, sismabonus ed ecobonus, bonus verde e bonus prima casa per gli under 36. Nel testo – che rappresenta il primo passo verso la manovra fiscale che il governo dovrebbe varare la prossima settimana e che mobiliterà 23,4 miliardi di risorse – non compare il superbonus 110%, ma il ministro dell’Economia Daniele Franco assicura che verrà confermato, seppur con qualche modifica. E scompare il bonus facciate. Facciamo chiarezza.
Il bonus casa per gli under 36
È confermato il bonus prima casa per gli under 36 con un Isee fino a 40mila euro. L’agevolazione, pensata per facilitare l’acquisto della prima casa per i più giovani, verrà estesa fino a fine 2022. Al momento vale per gli acquisti fino a giugno 2022 e consiste nella cancellazione delle imposte ipotecarie, catastali e di registro e nella concessione di un credito d’imposta in caso di acquisto soggetto a Iva. Non solo, perché con la manovra arriverà anche la proroga dei “bonus per ristrutturazioni edilizie, riqualificazione energetica, mobili, sisma, verde”, si legge nel documento programmatico di Bilancio che rappresenta l’ossatura della manovra.
Ecobonus e sismabonus
Il governo ha prorogato anche la misura dell’ecobonus che sarebbe scaduta alla fine del 2021. L’agevolazione comprende tutti i lavori per il miglioramento energetico della casa, con uno sconto del 65% (in alcuni casi sale al 75%). Vi rientrano sia i costi per le operazioni relative agli interventi di risparmio energetico che quelli per le prestazioni professionali. Anche il sismabonus sarebbe scaduto a fine 2021, ma il governo Draghi ha deciso di prorogarlo. Consiste in detrazioni per le spese relative a lavori per realizzare interventi antisismici. In questo caso, il valore cambia a seconda del tipo di edificio e della zona sismica in cui si trova l’immobile su cui intervenire, e può arrivare fino all’85% della spesa totale, da ripartire in cinque quote annuali di pari importo.
Ristrutturazioni, verde e mobili
E ci saranno ancora anche il bonus ristrutturazioni e il bonus verde. Confermata, infatti, la detrazione del 50% da dividere in dieci quote annuali di pari importo per il rifacimento di bagni, impianti ed eliminazione delle barriere architettoniche. Il bonus verde, invece, è pensato per lavori di ammodernamento dei giardini e degli spazi verdi di casa. L’aliquota è del 36% e la detrazione si applica su una spesa massima di cinquemila euro. Confermata per l’anno prossimo anche la detrazione Irpef del 50% sull’acquisto di elettrodomestici (di classe A+ o superiore) e mobili (sedie, divani, letti, materassi, tavoli e lampadari) destinati a un immobile in ristrutturazione. Il bonus è valido per una spesa fino a sedicimila euro. Il bonus facciate (la detrazione Irpef del 90% per le spese di rifacimento delle facciate di casa, incluse puliture e tinteggiature) è invece destinato ad esaurirsi nel 2021.
E il superbonus 110%?
Come detto all’inizio, nel testo del documento programmatico di Bilancio non compare un riferimento al superbonus 110%, applicabile, ad esempio, ai lavori di efficientamento energetico, realizzazione di un cappotto termico, installazione di impianti fotovoltaici, strutture per ricarica di veicoli elettrici. Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha dichiarato nei giorni scorsi che la misura verrà confermata fino a fine 2023, con alcune modifiche per diminuire il suo peso sulle finanze pubbliche.
La prima limitazione, secondo quanto emerso finora, ridurrebbe l’ampiezza dell’agevolazione. Non si potrà più usare dal 2023 per ristrutturare le villette unifamiliari, ma solo per mettere a nuovo i condomini e le case popolari, anche se diverse voci, sia dalla politica che da associazioni di settore, hanno fatto appello per lasciare la misura inalterata. Un’ipotesi ulteriore è quella di introdurre un meccanismo di “decalage”, confermando la percentuale del bonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie nel 2023, e riducendola al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) propone invece di imporre un tetto di reddito per accedere all’agevolazione. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.
(fonte: Today)
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