E’ l’edilizia il settore che in Umbria dà i più forti segnali di ripresa con la nascita di 343 nuove imprese nei primi sei mesi dell’anno. Ma le criticità non mancano, a partire dalla manodopera che non si trova.
Determinanti per la risalita sono ricostruzione post sisma e superbonus. Secondo gli ultimi dati forniti da Enea al 31 agosto sono state 667 le perizie depositate per oltre 88 milioni di investimenti ammessi a detrazione. E’ di quasi 66 milioni di euro l’importo messo a detrazione per lavori già realizzati. La maggior parte delle asseverazioni depositate hanno riguardato edifici unifamiliari (334) e unità familiari indipendenti (235), solo 98 edifici condominiali. In tre mesi (da maggio ad agosto), il numero delle pratiche registrate è più che raddoppiato.
A confermare il trend positivo del comparto ricostruzioni è il presidente regionale dell’Ance, Stefano Pallotta, che non manca però di evidenziare anche qualche criticità. “Abbiamo un grosso problema di approvvigionamento delle materie prime, dai cappotti ai ponteggi, dall’alluminio al legno per i serramenti – evidenzia – Il prezzo dell’acciaio varia di giorno in giorno facendo registrare, da novembre a luglio, un rincaro del 250%”. Un problema che sta creando difficoltà nel sostenere contratti già stipulati e nel rispettare le scadenze imposte con i cantieri che rischiano addirittura di fermarsi. A tutto ciò va ad aggiungersi il problema della manodopera che manca, dai manovali ai tecnici specializzati.
Il presidente Pallotta parla di una ripresa che arriva dopo anni di crisi. E fornisce qualche numero: “Nel 2008 erano 16.000 gli iscritti alla Cassa edile di Perugia, 4.400 a quella di Terni. Adesso – evidenzia – siamo più o meno alla metà. Servirebbero subito almeno duemila persone per tamponare le situazioni più critiche ma da qui ai prossimi quattro – cinque anni, con i lavori del Pnrr che prenderanno il via, ci sarà bisogno di almeno diecimila addetti in più per tutto il comparto”. Manodopera difficilissima da reperire. “La crisi è stata deleteria – spiega Pallotta – molti di coloro che prima lavoravano nel settore sono andati in pensione, altri si sono dovuti reinventare e ora fanno tutt’altra cosa. Formare nuovo personale è complicatissimo e richiede, ovviamente, tempo”.
Source: corrieredellumbria.corr.it
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.