Il tira e molla sui crediti del Superbonus 110% mette a rischio in Veneto quattromila imprese delle costruzioni con 30 mila addetti. Il conto di quanto costi il cerino acceso dei crediti fiscali non cedibili che gira tra le mani di costruttori, clienti e banche, nella «coda» di applicazione dell’incentivo fiscale immaginato due anni fa, nel mezzo del lockdown da Covid, per rimettere in moto l’economia, lo ha fatto ieri a Padova Ance Veneto, l’associazione dei costruttori associati a Confindustria, presentando il Rapporto 2021 sulla situazione dell’edilizia in Veneto.
Il 2021 ha segno positivo
Un motivo reale di preoccupazione, che pesa tra l’altro sull’umore invece molto alto in un comparto veneto con 47 mila imprese, che vale il 10% degli investimenti complessivi e il 16% degli addetti dell’industria, dopo gli anni bui seguiti alla crisi finanziaria del 2008, che avevano visto in dieci anni la produzione del settore crollare del 40%. Perché il 2021 per Ance ha avuto «contorni molto positivi», segnando il punto più alto di una risalita partita nel 2017. Tradottasi nel 2021 nel 18% in più di ore lavorate rispetto all’anno precedente e nel +6% dei lavoratori iscritti alle casse edili e negli investimenti saliti del 16%. Quadro roseo che resta anche nel primo trimestre 2022, con un +7,3% di ore lavorate e un +11% di lavoratori iscritti, mentre gli investimenti, secondo stime Ance su dati Istat e Prometeia, sono visti ancora in crescita in Veneto, dello 0,7%.
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Interventi per 3,4 miliardi di euro
Ma adesso va gestita la fase finale del Superbonus, che il Veneto ha usato a piene mani: 24.670 interventi ammessi per un valore di 3,4 miliardi di euro, secondi solo alla Lombardia, ma ben davanti a Lazio (18 mila domande per 3,3 miliardi)ed Emilia Romagna (15.800 per 2,8 miliardi) che seguono in classifica, a conferma di una voglia di mattone che in Veneto non tradisce mai. Un’operazione, tra l’altro, di cui le imprese non nascondono i benefici e i guadagni portati a casa, che restano in primo piano, nonostante la coda avvelenata e i problemi accumulati strada facendo della «bolla» esplosa sui prezzi dei materiali, che non hanno però fermato il treno in corsa del Superbonus: «Il 75% degli importi dei lavori eseguiti sono già incassati – dice il presidente di Ance Veneto, Paolo Ghiotti -. È stata una buona operazione sotto vari punti di vista: nel rimettere in moto il settore dopo il Covid, nell’aggiornare il patrimonio edilizio nei suoi consumi energetici, visto che l’80% delle abitazioni in Veneto ha più di quarant’anni e si è calcolato che se tutto quanto sta in classe G fosse in A avremmo un risparmio del 75% sui consumi. Il Bonus non può esser visto solo come un’uscita di cassa, visto che rappresenta un investimento sul futuro, sul quale comunque lo Stato ha avuto ritorni dalla rimessa in moto dell’economia, dal taglio del lavoro nero e dal maggior numero di giornate di lavoro generate. Senza contare che i meccanismi di truffa riguarderanno il Superbonus per l’1% degli importi, diversamente dal bonus facciate».
Retroattività e incertezza
E l’allarme: «Certo, ora viviamo una fase d’incertezza – getta acqua sul fuoco Ghiotti – legata all’applicazione retroattiva delle regole, che lasciano le imprese in difficoltà nella cessione dei crediti; raddoppiata dal fatto che anche i committenti si trovano nella stessa situazione. La mia stessa azienda si trova 2,8 milioni di euro nel cassetto fiscale. Ma non mi azzardo in previsioni e rilevo piuttosto la volontà di ampliare la capienza dei crediti che possono esser convertiti». Se l’operazione Superbonus andrà scemando, con interventi nei due prossimi anni solo per i condomini, adesso per i costruttori si profila l’arrivo dei fondi europei del Pnrr: «Sono 8,3 miliardi di investimenti in Veneto sui 108 totali in Italia – aggiunge Ghiotti -. Con due punti interrogativi collegati: da un lato la capacità delle nostre imprese, viste le loro dimensioni, di poter entrare in gioco, dall’altro la capacità reale delle amministrazioni pubbliche, vista la dotazione dei loro uffici tecnici, di tradurre davvero in cantieri gli interventi: per il 72% dei progetti la dotazione finanziaria è ancora solo stimata».
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14 luglio 2022 (modifica il 14 luglio 2022 | 10:37)
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