Ventilatori, cure, vaccini e non solo. Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. I tweet di Michele Arnese, direttore di Start
LO STATO DELL’ITALIA
“Non mi posso muovere dal mio Comune, ma posso volare alle Canarie: è assurdo, mentre l’85% degli alberghi italiani è costretto a restare chiuso”, dice Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
“In Puglia ci sono una cinquantina di posti, finiti e pagati, nel nuovo padiglione (provvisorio ma costoso: 18 milioni di euro) alla Fiera del Levante che non si riescono ad aprire proprio per mancanza di personale. Un problema che si verifica in tutta Italia”. (fonte: Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
VENTILATORI IN CANTINA
Nel magazzino della struttura commissariale giacciono 1.400 ventilatori: 1.135 sono adatti alla terapia intensiva, 125 sono per le sub-intensive. Prendono la polvere perché le Regioni non li vogliono: non hanno personale specializzato sufficiente a farli funzionare. (fonte: Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
EFFETTO LOCKDOWN
Posti letto occupati al massimo della loro capienza da settimane. Ragazzini con disturbi mentali in aumento vertiginoso. “Questo incremento c’è stato con la seconda ondata della pandemia”, dice Stefano Vicari responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia al Bambino Gesù di Roma.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
CURARE A CASA AL BUIO
Silvia Costa, europarlamentare iscritta al gruppo S&D, già sottosegretario all’Università nel governo Ciampi, chiede al ministro della Salute, Roberto Speranza: perché non ci sono protocolli nazionali per chi è malato a casa?? https://t.co/oqk35QrwQt
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 28, 2021
IL MAGISTRATO NORDIO SCULACCIA I MAGISTRATI SUI VACCINI
L’associazione nazionale dei magistrati (Anm) ha invitato gli uffici giudiziari a “rallentare, fino a sospendere” l’attività non urgente qualora il governo non faccia rientrare la giustizia fra i servizi essenziali prioritari per la vaccinazione.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
Il magistrato Carlo Nordio sulla corsia preferenziale chiesta dai magistrati nella vaccinazione. Fonte: Messaggero pic.twitter.com/yWQb5zv7Jn
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
TUTTI IN GRECIA?
“La Grecia quest’anno è la prima destinazione del mercato statunitense e già non si trovano alloggi e barche. Ma loro sono partiti in tempo, hanno creato le isole “Covid free” e dal 14 maggio chiedono l’obbligo di vaccino o tampone per chi arriva” (Bernabò Bocca, Federalberghi)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
BOCCIARE?
Bocciare con la Dad agita già la scuola. Il timore dei presidi: arriveranno i ricorsi. (sintesi Corriere della Sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
OBBLIGARE?
Per il personale sanitario che non rispetta l’obbligo di vaccinarsi nel decreto saranno previste sanzioni crescenti, dallo spostamento ad altro incarico – lontano dai pazienti – all’interdizione dal lavoro con la sospensione dello stipendio, scrive Repubblica.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
DE LUCA NON SPUTA SU SPUTNIK
“Il governo si impegni a fare in modo che l’Aifa verifichi i vaccini in tempi rapidi. Ci sono vaccini che sono stati già somministrati a milioni di persone, di cui si può tranquillamente testare l’efficacia in un mese, non in sei”, dice il presidente della Campania, De Luca.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
COME VANNO I BONUS?
Vanno a rilento bonus ed ecobonus varati dal governo durante la pandemia. «È un fallimento – afferma il presidente di Consumerismo – Su 9,3 miliardi di euro di previsione di spesa, solo poco più di 1,2 miliardi, vale a dire il 12,9%, è stato realmente utilizzato dagli italiani».
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
MARIJUANA LIBERA A NEW YORK
Marijuana libera, rivoluzione a New York. Ok alla vendita per uso ricreativo sopra i 21 anni. “E’ una scelta politica popolare; genera tasse e posti di lavoro; mette fine alla «guerra contro la droga», che mandava in galera soprattutto i neri”. (fonte: La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
IL FATTO SCHIANTA RENZI
Matteo d’Arabia. Fonte: Fatto Quotidiano pic.twitter.com/AGNafYZx46
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
Evaristo Giglio, direttore Asl di Arezzo, ha detto a “Non è l’Arena” (La 7) di aver ricevuto telefonate da Andrea Scanzi: “Mi ha detto, io sono sempre disponibile quando voi potete”.
Che pirla – noi cittadini, veri o finti caregiver – che non chiamiamo i direttori delle Asl…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 29, 2021
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA SUI VENTILATORI:
Un anno fa il coronavirus ha sollevato il coperchio di una pentola rimasta troppo a lungo chiusa. Mentre la curva epidemiologica schizzava verso l’alto, l’Italia ha scoperto di avere un “parco” rianimazioni scarso. Si contavano solo 5.090 posti in tutto il Paese tra pubblico e privato, con un rapporto di 12 a 1 a “vantaggio” del primo: dopo tagli e riforme sanitarie improntate alla privatizzazione, agli ospedali è rimasto l’onere dei costosi reparti di terapia intensiva, mentre le cliniche si sono accaparrati quelli più remunerativi di chirurgia, oncologia, cardiologia. «Mai più», si è detto allora. «Potenzieremo», «aumenteremo i letti», «riorganizzeremo». Ebbene, nella settimana in cui probabilmente toccheremo il picco massimo di saturazione da quando è cominciata la pandemia, quelle promesse suonano come parole al vento. Mille ventilatori dimenticati La soglia del 30% non era stata fissata a caso. Superarla significa, né più né meno, essere costretti a scegliere quali pazienti curare. Durante il mandato di Arcuri, la struttura commissariale ha acquistato alcune migliaia di ventilatori polmonari. Li ha consegnati alle Regioni, portando la capacità delle rianimazioni agli attuali 9.059 posti letto. In magazzino, le cui chiavi ora sono nelle mani del neo commissario Figliuolo, giacciono abbandonati 1.400 ventilatori: di questi 1.135 sono adatti alla terapia intensiva, 125 sono per le sub-intensive, 140 sono stati donati e ne va verificata la compatibilità. Sono lì a prendere la polvere perché le Regioni stesse, pur in grande affanno, non li vogliono: non hanno personale specializzato sufficiente a farli funzionare. In Piemonte è accaduto anche di peggio: ne hanno richiesti 300, gli sono stati consegnati e sono rimasti lo stesso in deposito. Gli esperti dell’Unità di crisi torinese sostengono che almeno 50 apparecchi, prodotti da un’azienda di Bologna, siano difettosi. Non ci sono i soldi per il piano B C’era un piano B, in realtà. Si chiamava “Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera nazionale” e serviva per rafforzare tutti quei ricoveri che erano in sofferenza. Nella lista dei progetti presentati ce ne sono molti che riguardano le rianimazioni. Il piano è stato varato in “somma urgenza” da Arcuri nell’estate scorsa ma solo a ottobre è partito il bando di gara. A dicembre tutti i 21 lotti geografici sono stati assegnati per una cifra complessiva di 713,2 milioni di euro ma per vederli realizzati passeranno anni. Per due motivi. Il primo: l’accordo quadro è quadriennale, quindi i lavori potranno essere finiti anche nel 2025, quando il Covid — si spera — sarà un ricordo. Il secondo: a oggi nessun cantiere, o quasi, è partito. In Emilia, nel Lazio e in Sicilia non sono neppure stati presentati i progetti esecutivi. «I soldi non ci sono — spiega a Repubblica uno dei vincitori del bando — le Regioni pensavano di ricevere subito i 700 milioni dalla Struttura commissariale, invece non è arrivato un euro. Gli enti locali che hanno qualche risorsa in bilancio possono avviare lavori minimi, ma nessuno è in grado di anticipare le somme intere». “O posti letto o zona rossa” Dunque: i posti letto aggiuntivi non sono ancora stati realizzati. Ma, in compenso, ne sono stati creati di virtuali. Il livello di occupazione delle terapie intensive è, infatti, uno dei principali indicatori per la classificazione delle Regioni in giallo, arancione e rosso. Si sono osservati andamenti strani nei dati comunicati al governo, con posti di terapia intensiva spuntati dal nulla. Il Nas indaga su 39 posti letto di terapia intensiva in Molise in parte mai attivati. In Sicilia i carabinieri, inviati dal ministro Speranza, hanno recuperato un audio del responsabile del dipartimento Salute Mario La Rocca nel quale lo si sente chiedere ai direttori di inserire dati dubbi nel sistema informatico. «Oggi faranno le valutazioni e in funzione dei posti letto in terapia intensiva decideranno in quale fascia la Sicilia risiede». I posti «erano funzionanti», si è difesa la Regione.
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