Con i numerosissimi cantieri sorti sulla scia degli ecobonus a stravolgere con cadenza quasi giornaliera la viabilità del centro storico, oltre alle inedite deviazioni obbligatorie i disagi per gli automobilisti si estendono anche all’offerta di sosta cittadina, con diverse aree di parcheggio sacrificate in nome della riqualificazione edilizia. Parcheggiare in città diventa impresa sempre più complessa, e come sempre in questi casi c’è chi, anziché mettersi il cuore in pace e gettarsi alla ricerca di un parcheggio, riesce a trovare una scorciatoia, con buona pace dell’educazione civica e dei diritti altrui. Nella fattispecie, a ingolosire i “furbetti” del parcheggio è il permesso disabili rilasciato dal Comune ai cittadini ciechi o con capacità deambulatoria sensibilmente ridotta, che consente la sosta nei posti riservati ai disabili, ma anche nelle aree regolamentate con disco orario – senza necessità di esporlo – e nei parcheggi riservati ai residenti. Un jolly prezioso per chi davvero ha necessità di spostarsi in sicurezza e di ridurre al minimo gli spostamenti a piedi, ma che troppo spesso finisce nelle mani di parenti o amici che, senza troppi scrupoli, lo sfruttano per le proprie esigenze personali. Eppure la normativa parla chiaro: l’utilizzo del contrassegno è strettamente personale ed è legato alla presenza del titolare del permesso all’interno del veicolo, non al veicolo in sé. Ottenerlo, peraltro, non è neppure così facile: per i permessi temporanei è necessario presentare la certificazione medica rilasciata dal servizio di Medicina legale dell’Asur di riferimento, mentre in caso di autorizzazione permanente da parte dell’azienda sanitaria è richiesto anche il verbale della commissione medica.
Ad ogni modo, però, il Comune richiederà all’utente di rinnovare ogni 5 anni il permesso previa presentazione del certificato del medico curante. Un iter burocratico complesso, così strutturato per limitare la concessione del permesso ai reali aventi diritto e disincentivarne un uso improprio.
Una volta uscito dall’ufficio, però, a stabilire il destino del contrassegno è solamente il buon senso dei cittadini, che spesso si lasciano ingolosire dalle opportunità garantite da un pass con valenza quasi universale. Il permesso, infatti, ha validità europea, consentendo la circolazione all’interno delle Ztl e delle aree pedonali urbane in cui è autorizzata la circolazione di veicoli di pubblica utilità, nonché alle aree di sosta riservate di tutto il continente. Un bel rebus, insomma, per chi è chiamato a vigilare, considerando anche che, in caso di morte del titolare del permesso, i soliti “furbetti” non esitano ad approfittare dei bonus garantiti dai pass almeno fino alla data di scadenza. Ad Ascoli l’accesso ai dati sui decessi forniti mensilmente dall’Anagrafe consente quantomeno di revocare l’accesso ai varchi cittadini, ma per quanto riguarda la sosta la questione resta aperta, a maggior ragione se effettuata fuori comune.
f. a.
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