“I costi restano proibitivi e le città storiche molto fragili non spingono all’acquisto”
L’auto elettrica è una strada obbligata. Tra sette-otto anni tutto il mercato dell’auto si sarà spostato in questo settore. Non c’è futuro per l’idrogeno. Anche se, comunque, acquistare un’auto elettrica resta costoso. Per l’Italia, in più, c’è un altro problema: le città storiche molto fragili. Il che significa presenza di molte (sacrosante) zone pedonali che allungheranno i tempi di questa transizione all’elettrico.
A parlare è Vittorino Bisson, 54 anni, sposato, due figli, grande appassionato di corsa, al timone del gruppo di famiglia e presidente dei 20 concessionari d’auto dell’Ascom. Nato nel 1990 con il papà Gianfranco (dopo una lunga esperienza dell’azienda nella vendita dei trattori) il gruppo Bisson auto ha dieci sedi, molte nel Vicentino ma anche a Padova, Rovigo e Chioggia, un fatturato di 140 milioni e 250 dipendenti. Oltre allo storico marchio Ford, Bisson è anche concessionario di Mazda e Volvo. Nel gruppo, oltre al primogenito Vittorino (che porta il nome del nonno, fondatore dell’azienda, di cui ha il ritratto in ufficio assieme a quello del papà) lavorano anche i fratelli Luigi e Francesco.
Bisson conferma: anche a Vicenza una contrazione del mercato valutata sul 30%
Il settore auto vive anche a Vicenza un cambiamento di prospettiva: da un lato vive una contrazione del mercato valutabile in un -30% di vendite, dall’altro le previsioni stanno disegnando un futuro tutto spostato verso le auto elettriche. Ma entrambi questi fronti soffrono per ulteriori problemi.
Iniziamo dal mercato. La mancanza ormai cronica dei semiconduttori ritarda la produzione di vetture: “Il risultato è che i tempi di consegna delle auto si sono allungati parecchio, anche sette mesi – prosegue Bisson – e non vediamo via d’uscita”. Porta l’esempio della sua concessionaria: al 31 dicembre dell’anno scorso aveva 1000 Ford vendute e da consegnare quando in passato erano 300.
Ma questa situazione, sottolinea Bisson, porta anche un’altra conseguenza. Cita la sua azienda: su 4500 auto vendute in un anno, 1500 sono già assegnate, anche se i tempi di consegna sono lunghi. Il che si trasforma in un vantaggio per le case produttrici: mentre i concessionari sono alle prese con molti problemi e una propensione all’acquisto di auto drasticamente diminuita nel pubblico (i Cid, ossia i modelli della constatazione amichevole distribuiti dalle assicurazioni a chi acquista un’auto sono scesi del 40%) il fatto di avere molte auto già vendute e un capitale potenzialmente già incassato ha fatto lievitare il valore delle case automobilistiche in Borsa, che è schizzato verso l’alto. La situazione paradossale: i concessionari soffrono e i produttori stanno bene.
Può ripartire il mercato? Bisson allarga le braccia: “Se riprenderà, vuol dire che sarà una ripresa vera – risponde – mentre se non risalirà significa che il ceto medio ha preso una bastonata strutturale, tra la pandemia prima e la crisi di oggi. È il ceto medio, ricordiamolo, che fa crescere il Paese. E secondo me sta soffrendo per un’inflazione reale che è al dieci per cento, altro che quattro o cinque come si dice”.
“Il governo ha varato l’ecobonus ma ci deve sostenere anche nei prossimi anni”
Anche sul fronte della mobilità esistono molte contraddizioni, puntualizza Bisson. Tutte le case automobilistiche progettano con convinzione la transizione verso l’auto elettrica nel giro di pochi anni. I Paesi nordici prevedono che il passaggio sarà completato nel 2030, data su cui concorda la stessa Ford che entro otto anni, quindi, progetta di produrre solo auto elettriche. Sarà. Ma il mercato dei veicoli elettrici, per ora, è appena il 2 per cento delle vendite. Del resto, sottolinea Bisson, l’acquisto di un’auto elettrica porta vantaggi limitati: si risparmia in bollo, assicurazione, manutenzione, ma la vettura costa molto di più. In più, come accennato sopra, a complicare le cose in Italia c’è una situazione urbanistica assai più delicata che nel resto d’Europa. La soluzione è una sola: “Serve un supporto statale – spiega Bisson – per abbassare il divario tra acquisto di un’auto normale e una elettrica. Bisogna renderle meno costose”. Questi incentivi sono arrivati per quest’anno sotto forma di Ecobonus, ma sottolinea Bisson c’è bisogno di 1 miliardo all’anno di sostegni per l’immediato futuro. Il governo li ha promessi.
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