Gli abusi conseguiti in area vincolata che comportano
incrementi di volume, seppur di minimo impatto
rispetto al complesso delle opere edificate, risultano avere
comunque un’indubbia rilevanza paesaggistica, anche se dovesse
trattarsi di interventi realizzati in difformità dalla
SCIA.
Di conseguenza, se venissero realizzati anche in assenza
dell’autorizzazione paesaggistica obbligatoria, oltre che in
violazione delle norme sulle distanze dai confini,
il rilascio della sanatoria non sarebbe certo possibile, e in più
per l’Amministrazione sarebbe legittimo, oltre che doveroso,
emettere l’ordine di demolizione.
Difformità dalla SCIA in area vincolata: è variazione
essenziale
A ribadirlo è il TAR Lazio con la sentenza del
17 ottobre 2024, n.
17985, che rigetta un ricorso per l’annullamento
del diniego di rilascio della
sanatoria – richiesta ai sensi dell’art.
37 del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico
Edilizia) – in relazione a lavori di rivestimento delle
facciate di un immobile preesistente che hanno comportato
incrementi di volume, mutamento dei prospetti
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