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Vita (dolce) in bicicletta: il boom delle due ruote nelle città. Vinci una delle 70 Mbm in palio con il… – Corriere della Sera

di Peppe Aquaro

Da Milano a Pescara fino a Paestum cresce sempre il numero di chi pedala. «Così raggiungiamo due obiettivi: diminuiscono sia il traffico sia lo smog»

Diecimila ciclisti pedalano senza sosta ogni giorno. Non siamo a Pechino, ma a Milano, in corso Buenos Aires, dove un semaforo conta-ciclisti rende bene la situazione. Milano non è sola: il traffico su due ruote si incontra ogni giorno in viale Vittorio Pepe, a Pescara, dove transitano dai tre ai quattromila ciclisti; così come a Paestum, in Campania, dalle parti della stazione: numeri inferiori, ma il trend è lo stesso. A quanto pare, siamo diventati (con o senza bonus bici) un popolo di santi, poeti, navigatori e ciclisti. «Per anni ci sono state due fazioni: da una parte la gente che andava in bicicletta e dall’altra gli automobilisti, poco tolleranti nei confronti di chi sceglieva di muoversi pedalando», osserva Marco Granelli, assessore alla Mobilità al Comune di Milano, che aggiunge: «Adesso è evidente a tutti come i due obiettivi da migliorare siano la congestione del traffico e l’inquinamento».

Parole che, alla fine, valgono per ogni città del Belpaese. Secondo un recente rapporto sulla mobilità degli italiani, realizzato dall’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, scopriamo che, fino al 2018, gli spostamenti in bici erano in crescita con una media del 4,3 per cento all’anno; si è registrata una leggera flessione nel 2019, poi il dato non è mai sceso sotto il +4%, neppure nei mesi più duri della pandemia. Anzi, l’amore per la bici in quel periodo è persino aumentato. Sì, d’accordo: Ferrara e Bolzano sono le più ciclabili d’Italia (con Cesena che non scherza, giocando tutto sulle sue «Strade Giuste» e sulla «Bicipolitana»: frutto della creatività dell’architetto Gastone Baronio, responsabile del servizio mobilità), ma se diamo un’occhiata alla rete «ComuniCiclabili», presentata ieri, giunta alla quarta edizione e firmata da Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) tra le nove «new entry» in una lista di 150 città, troviamo realtà insospettabili come Paestum, appunto, Jesi, e la stessa Milano, premiata con due «Bike-smile» (il punteggio va da uno a cinque).

Di quest’ultima non stupisce la vocazione alla ciclabilità, con trecento chilometri di piste (ben 67 sono state realizzati nell’ultimo anno, e altre 50 sono in cantiere per il 2022), ma il fatto che la si possa attraversare in bici, pur essendo una metropoli con densità abitativa superiore alle altre grandi città italiane. Secondo Alessandro Tursi, presidente Fiab, questo sarebbe un vecchio modo di vedere le cose: «A Parigi, la città con la metropolitana più estesa d’Europa, considerano la bici il mezzo del futuro: cerchiamo, quindi, di recuperare presto vent’anni di ritardi normativi». Numeri alla mano, nell’ultimo Pnrr, sono stati stanziati 600 milioni per le ciclabili, dei quali ben 400 sarebbero destinati alle ciclovie turistiche, che andrebbero sommati ai 370 milioni degli anni precedenti. E c’è dell’altro, ricorda ancora Tursi: «Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile ha appena fatto sapere che, nell’ultima finanziaria, sono previsti 400 milioni per la ciclabilità: iniziamo quindi a vedere cifre stabili, dalle quali partire per riconsiderare l’intero settore».

Che è in crescita: lo scorso anno sono state vendute in Italia più di due milioni di bici. Ma perché pedaliamo? «È qualcosa che facciamo sin da piccoli: la bici ti dà un senso di libertà e ti permette di stare in mezzo alla natura», risponde l’attrice Cristiana Capotondi, la quale, appena può, salta sulla sua due ruote a pedalata assistita: «L’escamotage perfetto per i sali e scendi della Val d’Orcia», per poi ritornare a Milano, città dove vive, «facendo attenzione a tram e pavé: andare in bici è anche rendersi conto delle difficoltà». Queste ultime non le teme Davide Nicola, allenatore di calcio con fibra d’altri tempi. «Datemi una salita e non vi deluderò», dice il mister scalatore in grado di affrontare 1.400 chilometri, da Crotone a Torino, per una promessa sportiva. «L’avevo detto: se non retrocediamo in serie B, ne torno a casa in bici».

E allora, senza chiedervi di imitarlo, saliamo «In bici col Corriere», acquistando in edicola le copie del quotidiano nei prossimi 19 e 26 luglio, per provare a vincere una delle settanta bici Mbm con cambio Shimano. Basterà acquistare una copia cartacea, cercare il QRcode all’interno del giornale in una pubblicità dell’iniziativa, e inquadrarlo con smartphone o tablet. Il regolamento è su corriere.it/inbiciconcorriere. L’importante è conservare la copia cartacea fino al 31 ottobre. E magari, se avrete vinto, quel giornale vi servirà per affrontare la discesa dopo aver scollinato. I professionisti lo fanno.

Come funziona il concorso

(Acquistando in edicola il 19 e 26 luglio una copia del Corriere della Sera, puoi partecipare al concorso «In bici con Corriere» in collaborazione con Mbm, azienda italiana di bici con una storia quasi cinquantennale. Comprando il tuo quotidiano il 19 e il 26 luglio, potrai vincere e aggiudicarti così una delle 70 bici Mbm con cambio Shimano nei tre modelli Apostrophe Avorio, Touch Nero e Touch Avorio. Per partecipare all’estrazione finale sarà necessario aver scansionato il QRcode del 19 e 26 luglio, entro la pagina 20 del quotidiano. Le copie del quotidiano vanno conservate per avere diritto ai premi sino al 31 ottobre. Info: corriere.it/ inbiciconcorriere)

16 luglio 2021 (modifica il 16 luglio 2021 | 00:04)

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