Alle zone rosse già esistenti e confermate anche questa settimana si aggiungono la Versilia, il Valdarno inferiore e l’Empolese Valdelsa ed il grossetano. Il presidente Eugenio Giani le ha annunciate oggi, dopo aver firmato le relative ordinanze, nel corso di una conferenza stampa insieme all’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini. Giani ha anche annunciato di aver firmato un’altra ordinanza sulle seconde case che ne impedisce il raggiungimento da persone provenienti fuori regione fino al prossimo 11 aprile.
“Attualmente i contagi – ha detto Giani -, secondo i dati analizzati ieri, ci pongono al limite della zona rossa nazionale, con 246 contagi ogni 100 mila abitanti e un Rt di 1,09. Restiamo complessivamente arancioni ma le zone rosse a macchia di leopardo si ampliano, in quelle aree con maggiori criticità. L’elemento positivo riguarda i ricoveri che sono in calo: ieri erano -6 oggi sono -30. E calano anche le terapie intensive, altre 6 persone in meno oggi”.
Sulle seconde case, dopo la sospensione da parte del Tar della precedente ordinanza (che lo consentiva solo a chi avesse in Toscana il proprio medico di famiglia) aggiunge: “L’abbiamo impostata non sul medico, come la prima ordinanza che era anche a tempo indeterminato, ma per un periodo determinato, da oggi all’11 di aprile. Ce lo hanno richiesto tanti sindaci di zone come ad esempio la Versilia e trovo che sia giusto perché in un momento così delicato non è opportuno aumentare la densità della popolazione nelle località dove si concentrano molte seconde case”.
L’ordinanza stabilisce che l’ingresso in Toscana per recarsi presso le seconde case da parte di persone non residenti è consentito solo in presenza di motivi di salute, di lavoro, di studio oppure per comprovate e gravi situazioni di necessità e/o di indifferibilità documentata. Giani ha anche precisato che “il raggiungimento della seconda casa da parte di residenti in Toscana è permessa secondo i limiti indicati dal Dpcm, quindi per attività di manutenzione”.
Le tre province con dati superiori sono le stesse già diventate rosse la scorsa settimana, ovvero Prato, Pistoia e Arezzo. “Seppur i dati che le interessano sono in miglioramento – ha aggiunto Giani – non sono tali da portare a una revoca del provvedimento. Vorrei ringraziare tutti sindaci con i quali mi sono intrattenuto ieri, per il clima di dialogo positivo e di collaborazione che si è creato”.
Queste le altre tre aree diventate rosse.
Zona-Distretto della Versilia. Sette Comuni: Massarosa, Camaiore, Viareggio, Forte dei Marmi, Seravezza, Stazzema e Pietrasanta; con Viareggio e Seravezza che erano già rossi.
Area socio-sanitaria omogenea del Valdarno Inferiore, Empolese Valdelsa. Questi i comuni interessati: Vinci, Certaldo, Castelfiorentino, Empoli, Montelupo Fiorentino, Cerreto Guidi, Montaione, Capraia e Limite, Gambassi Terme, Montespertoli, Barberino Tavarnelle e Fucecchio in provincia di Firenze; Santa Croce Sull’Arno, San Miniato, Castelfranco di Sotto e Montopoli in Val d’Arno in provincia di Pisa.
Con il passaggio in zona rossa del territorio dell’Empolese Valdelsa, la biblioteca comunale Renato Fucini di Empoli riorganizza i servizi.Da lunedì 22 marzo 2021 sarà aperta esclusivamente per i servizi di prestito e restituzione dei documenti solo su prenotazione.Le sale studio e la mediateca rimarranno chiuse al pubblico. Continuerà ad essere attivo il servizio di prestito a domicilio.
La terza area è quella del grossetano. Con i Comuni di Grosseto, Scarlino, Arcidosso e Castel del Piano. A questi si aggiunge Piancastagnaio (provincia di Siena). A Santafiora un’ordinanza del sindaco chiuderà, sempre da lunedì, le scuole medie superiori dato che molti alunni vi affluiscono dai precedenti comuni.
Inoltre per il Comune di Casale Marittimo viene disposta la sospensione delle attività’ dei servizi educativi dell’infanzia e le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgeranno con modalità a distanza. Fatta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
“Poi – ha concluso Giani – ci sono anche una serie di provvedimenti che vengono presi dai sindaci che prevedono zone arancioni rafforzate, con provvedimenti più mirati che vanno dalla chiusura di scuole, parchi, impianti sportivi”.
ARREDAMENTO: CHIUSI NEGOZI E SALONI ESPOSITIVI
Confcommercio Toscana e Confindustria Toscana chiedono alla Regione di valutare l’apertura dei negozi di arredamento anche in zona rossa. Hanno a disposizione spazi espositivi dalle metrature importanti, possono accettare visite su appuntamento, insomma hanno tutte le carte in regola per conciliare gli acquisti con la massima sicurezza. In questi stessi giorni, la sollecitazione è arrivata al Governo nazionale grazie all’intervento delle organizzazioni settoriali di Confcommercio (Federmobili) e Confindustria (Federlegno Arredo).
Il blocco delle vendite causa un blocco a tutta la filiera produttiva del mobile, che coinvolge imprese artigianali e industrie, oltre ai negozi. Una filiera che anche in Toscana ha numeri importanti e che è strettamente collegata con il settore edilizio. È assurdo fermarla proprio ora che le famiglie hanno la possibilità di fare ristrutturazioni con un incentivo statale più sostenuto.
Proprio grazie alla ritrovata centralità della casa e a misure importanti come il Bonus Mobili, il settore del legno-arredo è riuscito a contenere le perdite dovute alla pandemia. “Assurdo interrompere questo trend impedendo all’ultimo anello della filiera, i rivenditori di mobili appunto, di proseguire la loro attività”, dicono le due associazioni. “Si tratta anche di dare il giusto valore ai beni venduti dai nostri associati, divenuti ormai beni essenziali visto che gli spazi domestici sono tornati centrali nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo consentire alle famiglie di modificarli e renderli più adatti in base alle nuove esigenze di vita e lavoro, tra didattica a distanza per i figli e smartworking per i genitori”.
Da qui, la richiesta delle associazioni di categoria: “chiediamo che nelle zone rosse ai negozi di mobili sia permessa l’apertura al pubblico almeno nella forma di accesso su appuntamento, garantendo la totale sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid”.
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